Nicosia. Il Natale della cooperativa Penelope

Il Natale è certamente uno dei giorni più importanti dell’anno. È talmente importante che, seppur gli si vuole dare una bandiera religiosa, riesce a travalicare ogni confine religioso toccando gli animi di tutti. Perché il Natale è festa di nascita, di riscoprire noi stessi. Fu nascita del Sole, festività del Sol Invictus, nelle culture pagane, è nascita del Salvatore nella nostra cultura Cristiana.

E ambedue, il Sole e il bambino, che cosa sono se non qualcosa di semplice, dato quasi per scontato ma che in loro assenza cadrebbe tutta l’umanità? Ed è questo il più potente messaggio del Natale: non dare nulla per scontato. E, paradossalmente, il Natale nel suo Dna non è una festa legata al consumismo dove tutto viene dato per scontato perché a tutto viene dato un prezzo e nel mercato le cose più semplici (e semplicità è spesso sinonimo di poca appetibilità) sono le cose scartate. E se la nostra società si fonda solamente sul freddo mercato lo scarto di certe fasce di popolazione è, purtroppo, inevitabile. Il Natale dovrebbe ricordarci che noi non siamo un mercato ma siamo esseri umani e che ognuno nasce e rappresenta un essere speciale con le proprie peculiarità che va difeso e coccolato, non abbandonato. E che queste cose non devono essere fatte per chissà quale ritorno personale di immagine o per farsi sentire dire dagli altri “bravo” come purtroppo ci hanno abituato certe storture che chiamano servizio, ma deve essere un imperativo categorico, anzi un bisogno fisiologico quello dell’aiuto verso l’altro. Non ci dovrebbe essere bisogno del Natale a ricordarci la nostra essenza per un giorno o nei giorni a ridosso e poi tutti a lottare nell’arena dell’ipocrisia, ma ogni giorno dovrebbe essere Natale. Ed è quello che fa dal 2005 la Cooperativa Penelope diretta da Cristina Giangrasso, una cooperativa al servizio di anziani, minori e disabili che nel silenzio opera spendendo il proprio tempo nel donarsi agli altri. E perché non dar merito a tutto ciò? Gli esempi vanno fatti conoscere perché se una cosa non si conosce non la si può apprezzare. Questa cooperativa non ha bisogno di urla narcisistiche, di echi ipocriti o di altro, lavora nel silenzio considerando l’altro come fine e non come mezzo per raggiungere qualcos’altro.

E per questo Natale ha voluto aprirsi alla comunità locale con qualche iniziativa semplice ma che è stata la scusa per donare la cosa più preziosa che abbiamo – ovvero il nostro tempo – alle persone ritenuti “scarti” nelle società. L’iniziativa ha goduto del patrocinio del Comune di Nicosia e la Cooperativa tiene a ringraziare l’assessore alle politiche sociali Antonio Pagliazzo, l’amministrazione Comunale tutta col sindaco Bonelli. Un’iniziativa che si è divisa in due giornate, toccando in ognuna di esse i due estremi considerati più “deboli” di una comunità: i bambini e gli anziani. Nella giornata del 22 dicembre la mattina è stata dedicata alla consegna di doni ai bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Basilotta mentre il pomeriggio presso il Palazzo Municipale vi è stata una festa dedicata ai bambini e ai minori in generale con animazione, musica, giochi, personaggi raffiguranti il Natale e con la distribuzione di gadget, dolcini e panettoni.




La giornata del 23 dicembre invece ha visto la consegna di prodotti natalizi presso le strutture per minori, anziani e disabili presenti a Nicosia e Villadoro mentre alle ore 10:30 presso il locale Cinema è stata organizzata una tombola con premi, animazione e degustazione di dolci tipici natalizi e brindisi con spumante in favore di anziani.
Gesti, come si può vedere, piccoli e semplici. Ma in una società ormai annebbiata dall’apparire questi gesti sono per certi versi “rivoluzionari” perché non hanno secondi fini, perché non accrescono il prestigio di qualcuno, perché in fondo in fondo sono gesti che aiutano ad aiutarci l’uno con l’altro, nel ritrovarci tutti uguali nella barca della storia, che fanno comprendere che indietro non deve rimanere nessuno. E quando ciò si raggiunge, lì è veramente Natale.
Alain Calò