Enna. La Città della curiosa “cultura”

Enna. La Città della curiosa “cultura”

di Massimo Greco

Ancora oggi non sappiamo se la Città di Enna potrà ambire alla nomination di “Capitale della cultura”, sappiamo però per certo che non potrà essere una “Città universitaria” alla luce dei rapporti che l’Amministrazione Dipietro intrattiene con la Kore. La vicenda della pista ciclabile, i cui lavori sono ancora in corso di esecuzione, la dice lunga sia sul versante della leale collaborazione fra le Istituzioni che su quello della partecipazione civica. Durante la fase progettuale il Comune non solo non ha inteso promuovere alcun dibattito con gli abitanti e i commercianti di Enna-bassa, danneggiati dalla drastica riduzione dei marciapiedi e dal restringimento della carreggiata stradale, ma, paradossalmente, ha ritenuto di non coinvolgere neanche l’Università Kore, costretta a rinunciare a decine e decine di posteggi. Eppure la Kore, attraverso i propri dipartimenti, avrebbe potuto fornire un contributo per realizzare l’idea progettuale, limitando i danni fin qui già generati. Sappiamo anche che la Città di Enna ha rinunciato da tempo a recuperare il perduto ruolo di capoluogo di provincia, visto il disinteresse manifestato dal Sindaco Dipietro verso le tematiche dell’area vasta e delle aree interne. Emblematica è la latitanza al Forum 2030 dopo l’iniziale disponibilità a guidarne l’iniziativa. Così come abbiamo contezza che la Città non abbia alcun interesse a coltivare l’appellativo di “Città solidale”.




L’interruzione traumatica del servizio di assistenza alla comunicazione per i bambini della scuola primaria portatori di un lieve handicap sensoriale e la mancata partecipazione al progetto Home Care Premium 2022 bandito dall’INPS per assicurare la cura a domicilio delle persone non autosufficienti (recentemente denunciata dal gruppo consiliare Moderati per Enna) è sintomatica di un modo di concepire le politiche pubbliche locali. In sintesi Enna, che secondo questa curiosa visione non è più un capoluogo di provincia non avendo neanche voglia di coltivare la vocazione universitaria e/o solidale, è una Città che ambisce soltanto a diventare “Capitale della cultura”.