Valguarnera: delimitazioni territoriali, che limitano sviluppo, legate ad accordi e statuizioni del medioevo

Valguarnera. Ma a cosa serve nel XXl secolo per un piccolo Comune come Valguarnera, avere ancora delimitazioni territoriali legati ad atavici accordi e statuizioni dei padroni del medioevo? A chi giova? Quegli introiti che i Comuni limitrofi ricevono da un migliaio di cittadini possono esseri più importanti, rispetto alle esigenze di una intera comunità?

Crediamo di no. Valguarnera come è noto è l’unico centro della provincia che per la sua popolazione residente, di circa7000 abitanti ha l’estensione territoriale più modesta. Ciò comporta delle difficoltà operative ed espansionistiche per via di un territorio non adeguato alle esigenze della popolazione. Per farsi un’idea più concreta, il Comune poggia su un territorio di appena 932 ettari di terreno, che rappresenta lo 0,36% della superficie dell’intera provincia. Basti pensare, per rendere più concreto il concetto sulle assurdità delle delimitazioni territoriali, che i muri perimetrali del cimitero comunale costeggiano il territorio di Assoro e che molte abitazioni di valguarneresi sono ubicate nei territori di Enna, Assoro, Aidone e Piazza Armerina, i quattro Comuni appunto che delimitano il territorio valguarnerese. I casi più eclatanti le contrade Castani, Montagna e Cafeci che rappresentano una naturale appendice del territorio di Valguarnera, ma che fanno parte a tutti gli effetti dei comprensori di Piazza Armerina, Assoro ed Enna. In queste contrade vi vivono stabilmente migliaia di cittadini valguarneresi che non usufruiscono da parte dei Comuni a cui fanno capo, di servizi essenziali, mentre gli stessi rimpinguano le casse comunali per oneri derivanti da sanatorie edilizie, da condoni e da spazzatura, con l’aggravante per i rifiuti, che il conferimento viene fatto a Valguarnera mentre la relativa tassa, tranne che per il Comune di Assoro, viene introitata dai Comuni limitrofi. Un altro handicap è costituito dai ragazzi che abitano in queste contrade e che studiano a Piazza Armerine ed Enna e che non possono usufruire di tariffe agevolate per il trasporto come i cittadini che vi risiedono. Senza contare che anche per un semplice certificato o una semplice informazione ti devi recare in questi Comuni con notevole aggravio di spese e tempo. Ma tutto ciò è mai possibile al giorno d’oggi? Il problema, come detto è atavico, affrontato nel corso dei decenni dalle amministrazioni succedutesi senza alcun risultato.




Anche l’anno scorso un atto di indirizzo a firma Filippa D’Angelo è stato presentato in Consiglio comunale col quale si chiedeva o una deliberazione congiunta ed unanime dei consigli comunali interessati o un referendum popolare per la cessione di quelle porzioni di territorio che ricadono sul Comune di Valguarnera. Ma anche questa strada percorsa già da altre amministrazioni, alla luce dei fatti, non è stata resa impraticabile per il semplice fatto che i Comuni interessati non hanno mostrato mai alcun interesse. Quale sarebbe allora quella da percorrere? In Sicilia sono pochi i Comuni che hanno questo tipo di problema. A nostro avviso, su imput dell’assessorato Territorio ed Ambiente, dovrebbe essere o lo stesso Assessorato o la mano del legislatore a ridisegnare per questi pochi Comuni una nuova mappa territoriale, dando a distanza di secoli a Cesare, quello che è opportuno appartenga a Cesare.
Rino Caltagirone