Essere omosessuali non è né crimine né peccato

Papa Francesco, cercando di sembrare un papa progressista, in realtà usa il bastone e la carota. E l’esempio massimo si trova nella recentissima dichiarazione sul fatto che essere omosessuali non è un crimine ma un peccato.

La domanda sorge spontanea se dopo questa dichiarazione si pretende di vedere la Chiesa come aperta a tutti, quando, ancora una volta, la stessa Chiesa ha perso l’occasione di stare in silenzio. Perché l’omosessualità non solo non è crimine ma non è neanche peccato perché se è pur vero che una nuova vita nasce dall’incontro tra una donna e un uomo, bisognerebbe ricordare, soprattutto a quelli che orgogliosamente si richiamano alle radici della civiltà Occidentale, che proprio in quelle radici latine e greche si ritrova l’omosessualità né come crimine, né come peccato, ma come qualcosa di naturale (andate a leggere, ad esempio, il Simposio di Platone). Anche perché dire che l’omosessualità è peccato diventa la strada per continuare a guardare “di traverso” chi si dichiara omosessuale. E anche se parliamo di sguardi bacchettoni e ipocriti che magari alle spalle hanno ben più gravi peccati di un non peccato, ancora una volta un Ente quale la Chiesa, totalmente anacronistico e privo di qualunque senso di esistenza in questa forma, vuole prepotentemente entrare nella sfera più intima della persona umana, e se noi permettiamo una cosa del genere saremo resi schiavi.




Ma poi, caro Papa Francesco, è proprio la Chiesa a dover puntare il dito sull’eventuale peccato di omosessuale? Perché, prima di parlare, non si guarda allo specchio e vediamo i tanti gravissimi peccati che ha compiuto la Chiesa? La pedofilia non è peccato (oltre a essere crimine)? Quello che è avvenuto nello Ior non è peccato? L’opulenza che mostra la basilica di San Pietro non è peccato? Gli alti stipendi dei cardinali di fronte alla povertà della gente non è peccato?

Signor Papa Francesco, a volte il silenzio è d’oro. E al posto di parlare, sarebbe meglio che la Chiesa stesse per un bel po’ in una meditazione a pensare a tutte le vergogne fatte nella storia, che non possono essere perdonate con un semplice “scusate, abbiamo sbagliato”, quando non solo ancora oggi si sentono le vittime gridare vendetta, ma quando ancor oggi vi ostinate a fare nuove vittime.
Alain Calò