Disposta la perizia psichiatrica su Laura Di Dio, accusata dell’omicidio della suocera a Pietraperzia

Il GIP presso il Tribunale di Enna, Dott. Giuseppe Noto, accogliendo la richiesta dell’avvocato Salvatore Timpanaro, difensore di fiducia della trentaduenne Di Dio Laura, imputata dell’omicidio della suocera Margani Margherita, avvenuto a Pietraperzia il 4 febbraio scorso – ha disposto un incidente probatorio, per svolgere una perizia psichiatrica sull’imputata.
Domani mattina, 24 febbraio, sarà conferito l’incarico peritale al Prof. Antonino Petralia dell’Università di Catania, nominato dal GIP.
Il difensore dell’imputata ha già nominato un proprio consulente di parte: il Prof. Salvatore Bruno, già primario psichiatra e criminologo clinico.
All’udienza interverrà anche l’imputata Laura Di Dio, che vi sarà tradotta dal carcere di Barcellona Pozza di Gotto, già ospedale psichiatrico giudiziario, dove, nei giorni scorsi era stata trasferita dal carcere di Agrigento.
I periti secondo i quesiti posti dal Tribunale dovranno accertare
la capacità dell’indagata di partecipare coscientemente al processo;
la compatibilità delle sue condizioni di salute mentale con il regime carcerario;
l’imputabilità della stessa al momento del fatto;
la sua pericolosità sociale, nel caso di incapacità di intendere e di volere.

Avv.Salvatore Timpanaro

Il difensore dell’imputata, avvocato Timpanaro, sottolinea di aver acquisito, in sede di investigazioni difensive, documentazione decisiva per sostenere la tesi del vizio totale di mente per difetto assoluto di capacità di intendere e di volere; ed è per questo che il marito della giovane omicida, Francesco Arnone, si è apertamente schierato in difesa della moglie, ritenendo che la stessa non fosse cosciente al momento del fatto. “Non era mia moglie; mia moglie non avrebbe mai commesso quello che ha fatto se fosse stata lucida”, afferma Arnone, che quindi non chiederà la separazione ed il divorzio dalla moglie, madre dei suoi figli, e che assisterà sino alla fine.




“La tristissima vicenda – sottolinea l’avvocato Salvatore Timpanaro – assume i toni di una vera e propria tragedia greca. Il povero Francesco Arnone, marito della Di Dio, è dilaniato tra il dolore per la perdita della propria madre ed il dolore per la situazione della moglie, madre dei suoi figli, imputata del gravissimo fatto di sangue. Convinto della malattia psichica della moglie si è schierato apertamente in difesa di quest’ultima”.