Il Pd di Enna nel segno delle donne

Quello di Enna è un Pd nel segno delle donne: è il partito che con l’elezione a componente della direzione nazionale del deputato Stefania Marino e con l’ufficialità, nella prima assemblea provinciale, a segretaria provinciale di Katya Rapè, ne sancisce la ripartenza.

Insomma, due ruoli prestigiosi. “Sono emozionata – ha detto Rapè nel suo primo intervento da segretaria – ringrazio tutti per questa designazione unanime. Sono stata catapultata in questa avventura dalla sera alla mattina e credo che sia frutto del fatto che io militi in questo partito da 25 anni. Una militanza sempre al servizio del partito senza mai pretendere nulla. Anche se è legittimo –ha chiosato-che ognuno coltivi delle aspirazioni; ma in politica la designazione deve arrivare da altri, non da quello che pensiamo”. Nel ringraziare il segretario uscente, Vittorio Di Gangi, che ha saputo fare uscire il Pd ennese dal “torpore” in cui viveva, la Rapè nel corso del suo intervento ha ripreso la linea Schlein e cioè di ripartire anche in provincia di Enna dalla spina dorsale del nostro Paese: le persone. “Dobbiamo riconnetterci con il nostro elettorato –ha detto-; basta inseguire multinazionali, banche e agenda Draghi. Permettetemi di dire che quello non è il nostro mondo. Il nostro mondo è quello dei più deboli, di chi soffre perché non riesce a trovare o non ha un lavoro, di chi vive condizioni di precarietà. Il nostro mondo è quello del povero Cristo che non riesce a curarsi perché la sanità pubblica fa acqua da tutte le parti e non si può permettere di rivolgersi alla sanità privata agevolata da questa destra che ci governa”.




Infine, la nuova segretaria, nell’aprire la “nuova fase”, e facendo riferimento alle imminenti elezioni comunali che si svolgeranno in provincia, invita a mettere da parte “le legittime aspirazioni personali di ognuno, concentrando di più le forze sull’obiettivo finale”. “Dobbiamo allargare il campo delle alleanze –ha sottolineato- perché non siamo sufficienti quindi dobbiamo immediatamente aprire il confronto e il dialogo con tutte le forze progressiste e moderate che ci sono nel nostro territorio. Dobbiamo lavorare per un partito plurale senza conflitti, contrapposizioni e attacchi personali. Dobbiamo puntare su ciò che di buono vogliamo realizzare. Se panni sporchi vi saranno, li laveremo all’interno delle nostre direzioni, che io immagino molto discusse e con dibattiti molto appassionati, per uscirne compatti”.
Giacomo Lisacchi