Leonforte: in scena “Suspira e bbuci” tra rievocazioni, aneddoti e religiosa riflessione

Leonforte. È andato in scena lo scorso fine settimana, all’Ipogeo dell’Oratorio del SS. Sacramento, lo spettacolo per musica e teatro: “Suspira e bbuci” della Compagnia NCT Il Canovaccio per la regia di Sandro Rossino.
La rappresentazione delle tradizioni del periodo quaresimale ha coinvolto i numerosi presenti in un viaggio rievocativo ancestrale e collettivo di ricordi infantili e testimonianze di vita locale.
Tutto ha inizio a marzo, anzi, dal primo venerdì di marzo con “u traficu” per i tradizionali altari in onore di San Giuseppe per arrivare alla settimana santa, e al modo in cui essa stessa può far sentire unito, seppur in un momentaneo dolore religioso, un intero popolo.
Fede, abitudine, passatempo, necessità, fede, fiducia, speranza, “promesse”, e chissà quanti altri sentimenti animano forse i paesani nel corso della settimana santa e di tutto il periodo quaresimale; a partire da i “Parmi” e la “Ramaliva” con “u dittu”, per giungere ai “Setti dulura” della madre Maria.
È tempo di “dijunu” e “prumisioni”, e di stringersi attorno a un lutto profondo seppur momentaneo.
A “passu” di musica e parole si muove l’intera messa in scena grazie alle musiche originali di genere popolare del gruppo “Talè cu sona” composto, per questa occasione, da: il maestro Giuseppe Catania, che ha curato musiche inedite e rivisitate; Antonino Spataro, fisarmonicista e cultore di musica popolare; Angelo Leonardi, poliedrico talento musicale; Davide Campisi, geniale percussionista, e con il contributo di Francesca Incudine che, nonostante la distanza, è riuscita a impreziosire lo spettacolo con un pezzo ipnotico.
I protagonisti nei panni di: avventori, fedeli e semplici passanti hanno raccontato un loro personale aneddoto legato al periodo quaresimale o alla settimana santa, non mancando, per esempio, di fare un’ironica “ripassata” a certi modi nostrani di vivere la processione del venerdì santo: ““Passà u signuri?” “spararu i bummi?”, “ma cchi ffa c’acchianamu a santa cru?”.
Ed ecco che ci si ritrova tra i “suspira e bbuci” dei propri ricordi e del proprio sentire vedendosi raccontare e rappresentare in una meta narrazione. Perché i “suspira e bbuci” dimorano in ogni forma e simbolo: i “chiova”, la “vara”, la “truccula” e la “luminaria”; in ogni momento di solitaria o collettiva partecipazione al “mulimentu”, in ogni angolo del paese: dalla “cuticchiata” a “santa cruci”; in ogni sonorità o intimo sentire di: “misiricordia” e “lamentu”, “silenziu” e “saramentu”.
Un brivido di solenne ascolto attraversa il pubblico presente, alcuni rimangono pensosi anche sul finire dello spettacolo quando “U ncuantru” e i rituali goliardici della “pasquetta” hanno ormai suscitato ilarità e sollievo per un lutto che ha lasciato spazio alla resurrezione.
Tra gli appalusi commossi e scroscianti degli spettatori qualcuno va via con ancora gli occhi lucidi perché i “suspira e bbuci” abitano in noi nei modi più impensabili, ci attraversano nel silenzio e nella preghiera, nella riflessione e nella condivisione, e rivivono grazie al Teatro e a chi sa dispiegarlo in maniera originale e autentica come la NCT Il Canovaccio che, in sinergia con il gruppo musicale “Talè cu sona”, ha condotto il gremito pubblico negli angoli più remoti di atmosfere, tradizioni e ricordi di culti che richiamano suggestioni viscerali e sempre vitali.




In scena: Angelo Leonardi, Antonio Spataro, Giuseppe Catania, Davide Campisi, Sandro Rossino, Angelo Parano, Andrea Favazza, Enza Barbera, Federico Fiorenza, Paolo Favazza, Loredana Lo Pumo, Silvia Barbera, Stefania Galletta, Floriana Todaro, Fabio La Magna, Alessandro Todaro, con la partecipazione di Francesca Incudine e Art Studio di Giuseppe Guagliardo; con la collaborazione di Marianna Randisi, Chiara Debole, Francesco Sanfilippo, Rosario Lo Grasso.
Livia D’Alotto
Ph. Sofia Arena