Enna. Dal PoliCLinico di area vasta al Consorzio di area vasta

Enna. Dal PoliCLinico di area vasta al Consorzio di area vasta

di Massimo Greco

Registrati con favore i segnali distensivi della rappresentanza istituzionale nissena, resasi conto della necessità di condividere il ragionamento che stiamo cercando di fare attorno alle politiche di area vasta, occorre potenziarne la rete ordinamentale, anche tenendo conto degli strumenti che ci vengono offerti da un lunatico legislatore. A fronte di una vera e propria mannaia caduta in questi anni sui territori a seguito dell’incauta riforma degli enti intermedi, a cui adesso si sta cercando di porre rimedio, nel nostro ordinamento regionale risulta vigente una norma, rimasta del tutto inattuata, in forza della quale la Regione favorisce e sostiene con contributi straordinari la costituzione di consorzi, unioni e fusioni di Province realizzati ai sensi della legislazione vigente in materia di enti locali (art. 34 l.r. n. 5/2005). La costituzione di un Consorzio di area vasta tra le due Province di Enna e Caltanissetta, oltre ad imprimere un’accelerazione alla clinicizzazione in corso dei servizi sanitari in vista del Policlinico di area vasta, doterebbe le attuali Rappresentanze istituzionali di un interlocutore certo, dotato di autonomia amministrativa e finanziaria ma anche di quell’autorevolezza politica utile ad aprire alcune porte del PNRR ed a negoziare con la Regione e lo Stato. In attesa di una contro-riforma degli enti intermedi calata dall’alto, i cui annunci mirano soltanto al ripristino dell’elezione diretta degli organi di governo, pensare alla generazione dal basso di una siffatta sinergia istituzionale che abbia una finalità chiara e certa, è un’opportunità da cogliere con entusiasmo e spirito innovativo. Al netto di alcune disponibilità già acquisite, rimane l’esigenza di individuare l’Istituzione o la Rappresentanza politica che si faccia carico di prendere l’iniziativa e di mettere attorno al medesimo tavolo tutti coloro che hanno compreso e che hanno a cuore, concretamente, il futuro dei territori interni e centrali della Sicilia.




Alla domanda “Oggi come va?”, Ungaretti avrebbe così risposto, “Bene (a capo) grazie”.