Troina. Soluzioni e figure professionali nuove per affrontare il disagio giovanile
Troina - 03/06/2023
Troina. Al seminario di studi “Generare futuro”, tenutosi mercoledì alla Cittadella dell’Oasi Maria SS di mercoledì, sociologi, pedagogisti, psicologi, docenti e cooperatori sociali hanno parlato di ‘adolescenti fragili, una porzione dell’intero sistema sociale dove l’impatto educativo diventa sempre più problematico”.
L’hanno organizzato: Università di Catania e cooperative sociali Etnos e Iride con il patrocinio del comune di Troina, Oasi Maria SS e ARC-Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’idea del seminario, come ha spiegato Gerolamo Spreafico, docente di pedagogia dell’Università Cattolica di Milano, nasce dalla rilevazione di una vasta area di soggetti minorenni e delle loro famiglie che vivono situazioni di grave sofferenza psicologica superabili con approcci, figure professionali e soluzioni diversi da quelli disponibili sul territorio. “La questione adolescenziale è una forma di disagio sociale diffuso, anche se non esplicito, che si manifesta in tanti modi”, ha detto il sociologo Mauro Magatti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore intervenendo da remoto. Per Magatti, la soluzione possibile va cercata nella ricomposizione del rapporto tra generazioni e nel superamento del modello di cultura individualistica. Per il pedagogista Emanuele Fusi dell’Università Bicocca, alla base del disagio giovanile c’è anche l’arroccamento ai suoi metodi tradizionali della scuola che produce sofferenza perché non incontra la vita degli adolescenti. Lo psicologo Leopoldo Grosso, già presidente del Gruppo Abele, parlando da remoto, ha passato in rassegna delle diverse manifestazioni del disagio adolescenziale: ansie da prestazioni, di non essere all’altezza e di essere accettato, difficoltà a stabilire contatti, apatia, profondo senso di insoddisfazione. Mauro Croce, psicologo, ha descritto come gli adulti vedono i giovani (da sdraiati a giovani che sono una riserva, che sono sfortunati perché il futuro è peggiore del presente). Il dirigente scolastico Serafino Lo Cascio ha invocato un cambio di paradigma che superi la didattica trasmissiva di nozioni per una didattica insegni a saper essere. Per Fabio Ruvolo, psicoterapeuta della cooperativa Etnos “siamo a che fare? pertanto riprendiamoci la responsabilità di quello che facciamo”. Maria Giusy Canio, psicologa della Iride, ha parlato del ruolo dell’educatore e degli obiettivi da raggiungere nelle comunità di ragazzi che devono scontare una pena. Sono intervenuti al seminario in rappresentanze delle istituzioni: il deputato Fabio Venezia, Silvio Rotondo e Arturo Caranna, rispettivamente presidente e dirigente dell’Oasi Maria SS, Giuseppe Lanza dell’Università di Catania e Alfredo Schilirò.
Silvano Privitera