Mafia, sciacalli e maggiordomi di Riina nel libro del giornalista Trovato

Una serata dedicata alla legalità, molto partecipata, che ha avuto il suo apice con la presentazione del libro “Mafia 2.0-21 Nel cuore della Sicilia comandano iene, sciacalli e maggiordomi di Totò Riina. Un libro-denuncia, alcuni stralci sono stati letti dalla scrittrice Maria Rosa Emma, che ricostruisce le operazioni delle forze dell’ordine che hanno decapitato i vertici della criminalità organizzata in provincia di Enna.

La mafia babba nel libro del giornalista

Scritto dal giornalista Josè Trovato, il lavoro parla della mafia nell’ennese, una provincia un tempo definita “babba”, ma dove i vertici mafiosi dell’Isola-hanno raccontato alcuni pentiti- si riunirono per decidere
le stragi di mafia del 92’. Josè Trovato indica nomi e cognomi di boss ennesi, di esattori del pizzo. Storie negate per tanto tempo, con l’opinione pubblica che ha fatto fatica ad accettare che il territorio ennese potesse diventare, per tanti anni, anche un luogo di incontri per boss e uomini d’onore dell’Isola.

“Non dimenticare cosa è accaduto”

“E’ importante tenere alta l’attenzione sui temi della legalità e ricordare soprattutto ciò che è accaduto- ci spiega l’onorevole Fabio Venezia- Molto spesso abbiamo una memoria labile, dimentica in fretta e non ci fa comprende tutto il male che ha fatto la mafia in questi decenni in Sicilia. Il dovere della memoria deve essere accompagnato dai gesti quotidiani di legalità”. Fabio Venezia, che oggi vive sotto scorta per aver attuato importanti provvedimenti contro la mafia dei Nebrodi, rispondendo ad una nostra domanda ha ricordato che nel territorio ennese i boss mafiosi siciliani si sono riuniti più volte.

“Mafia presente nell’Ennese” dice Venezia

“Un luogo comune-ha detto Venezia- aveva dato la percezione all’opinione pubblica che Cosa nostra e il fenomeno mafioso non riguardasse la provincia di Enna, invece non è così, perchè le inchieste nvestigative hanno messo in evidenza che Enna è una terra che subisce gli influssi della mafia e soprattutto di quelle organizzazioni potenti e ramificate in Sicilia. E’ oramai un dato storico-ha concluso Fabio Venezia- che alcune delle riunioni più significative della stagione stragista, che portarono all’uccisione di Falcone e Borsellino, furono organizzate nell’entrorerra ennese”.

Manifestazione per la legalità

“Manifestazione per la Legalità” è stata chiamata la giornata xibetana, organizzata dal Comune insieme alle associazioni culturali Pac (Pietro d’Aragona Calascibetta) Pro Loco, Luxibet, Moysa a Tarblitz. Celebrata in villa comunale, la giornata della legalità, oltre alla presenza dell’autore del libro Jose Trovato, ha
visto anche la partecipazione del Prefetto di Catania, la xibetana Maria Carmela Librizzi, dell’onorevole Fabio Venezia e del sindaco di Calascibetta, Piero Capizzi. Un ruolo importante l’hanno avuto i giovani, futuro della nostra società, con la manifestazione del mattino “Giochi leAli”, coordinati dalla professoressa
Donatella Gervasi, con il recital pomeridiano “Noi, eroi senza tempo”, a cura dell’associazione LuXibet, e con la performance musicale dell’Associazione culturale Moysa.

Il prefetto di Catania

Nel suo intervento, il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, ha detto: “Non bisogna limitare solo a ricordare, dobbiamo far si che questi appuntamenti diventino l’occasione per portare avanti quei principi sani. Ai ragazzi dico che occorre che conoscano gli avvenimenti del passato per non dimenticare. I cittadini-ha cocnluso il prefetto di Catania-hanno l’obbligo di abbandonare la mafiosità: quello che ti tocca non deve essere visto come un favore da ricevere”.

Insomma, un evento promosso al fine di tenere sempre alta la guardia riguardo tematica importanti come la legalità, come ci dice il consigliere di maggioranza Daniele La Paglia, che aggiunge: “Onorati di aver avuto due grandi personalità che giornalmente si battono per la legalità, come l’onorevole Fabio Venezia e il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi”. Il dibattito di ieri giunge dopo la manifestazione che si è tenuta a Barrafranca, comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2021, oggi guidato dal sindaco
Giuseppe Lo Monaco (lista civica), dove, oltre alla presentazione del libro di Josè Trovato, la scopertura di una targa ha ufficializzato, lo scorso 19 luglio, il viale intitolato a Paolo Borsellino, il magistrato assassinato dalla mafia e lasciato solo da pezzi dello Stato. E per non dimenticare, a trentuno anni dalla sua uccisione,
Palermo ha ricordato, lo scorso 19 luglio, il lavoro di Borsellino, uomo simbolo dello Stato, e degli agenti della scorta. In Via D’Amelio, i partecipanti alla fiaccolata hanno gridato che la mafia deve essere tenuta fuori dallo Stato.

Francesco Librizzi