Nicosia punta ai Borghi più belli d’Italia ma c’è chi dice no

La decisione del sindaco Luigi Bonelli di avviare la procedura per l’adesione del Comune di Nicosia all’Associazione del Borghi più belli d’Italia ha suscitato il vivace dibattito tra quelli che sono favorevoli perché la ritengono un’occasione da non perdere per accrescere l’attrattività turistica della città e gli altri che sono contrari perché la considerano un declassamento di Nicosia da città a borgo.

Che cosa è l’associazione

L’Associazione dei Borghi più belli d’Italia è nata nel 2001 per iniziativa della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) per la valorizzazione e la promozione dei borghi puntando sul turismo. Punta sul turismo per arrestare lo spopolamento e il declino economico dei borghi anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del 2020, all’interno della Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività cultura e nella Componente 3 (Turismo e cultura 4.0) che destina 1 miliardo e 20 milioni di euro al recupero e alla valorizzazione dei borghi storici.

Gli investimenti per i borghi

L’investimento è suddiviso in due linee di intervento: linea A alla quale sono stati destinati 420 milioni di euro con l’obiettivo del rilancio economico e sociale dei borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono; linea B alla quale sono stati destinati 600 milioni di euro per finanziare progetti di rigenerazione sociale e valorizzazione culturale dei piccoli borghi storici con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti. Tra i 21 progetti selezionati per la linea A a livello nazionale, uno per ogni regione, c’è il progetto del borgo “A Cunziria” del Comune di Vizzini al quale sono stati assegnati 20 milioni di euro.

Un progetto per Assoro

Tra i 280 progetti selezionati tra i 1800 progetti presentati a livello nazionale per la linea B c’è quello del “Borgo storico dello zolfo” del Comune di Assoro al quale sono stati assegnati 1 milione e 600 mila euro. Queste due linee di intervento del PNNR sui borghi si fondano su una visione del futuro delle Aree Interne, nelle quali ricadono i borghi, centrata sulla valorizzazione turistica e culturale incentivata attraverso bandi che concentrano risorse su pochi casi fortunati.

Il partito degli scettici

A questa visione sul futuro delle aree interne si contrappongono quelli che ritengono che, senza la costruzione di una reale abitabilità quotidiana, perseguita con il potenziamento dei servizi di cittadinanza (salute, istruzione e mobilità) e con la costruzione di nuove economie e forme di società locale rispettose della diversità territoriale, le risorse investite sul turismo serviranno a poco.

La retorica dei borghi molte volte rischia di fare male alle aree interne e montane perché configura un’idea di sviluppo incentrata sulla patrimonializzazione e valorizzazione turistica di un ritaglio rispetto alla totalità del territorio dell’area interna, che ostacola la rinascita e la rivitalizzazione necessarie per la reale costruzione dell’abitabilità dei luoghi e della possibilità di esistenze quotidiane.  L’arrivo di turisti e visitatori non determina automaticamente l’abitabilità di un luogo. Il tema va spostato su altri piani ricostruendo finalmente una vera valenza produttiva delle aree interne.

Silvano Privitera