Liberi consorzi, Comuni tagliati fuori, è caos istituzionale
Enna-Provincia - 06/08/2023
In attesa di potere leggere il disegno di legge sull’elezione diretta degli organi di area vasta esitato dalla competente commissione legislativa, che gentilmente ci verrà fornito dalla vicepresidente dell’ARS Luisa Lantieri, non possiamo non evidenziare la confusione che continua a caratterizzare l’azione istituzionale fin qui promossa dalle diverse forze politiche presenti all’ARS, ancora convinte di potere considerare la forma associativa del consorzio tra Comuni uguale a quella della Provincia.
Comuni non coinvolti
E’ così difficile comprendere che nel Consorzio comunale sono i Comuni i principali attori istituzionali
e che il problema della loro aggregazione prima, e della dotazione funzionale e finanziaria dopo, avrebbe richiesto una fisiologica dialettica improntata a una doverosa cooperazione istituzionale?
Il contenuto dell’art. 15 dello Statuto siciliano, nell’imporre il modello consortile comunale per la gestione e il governo dell’area vasta, integra il principio del necessario coinvolgimento, per le conseguenze concrete che ne derivano sul modo di organizzarsi e sul modo di esercitarsi dell’autonomia comunale, degli enti locali infra regionali nelle determinazioni regionali che investono l’allocazione di funzioni tra i diversi livelli di governo, anche di natura associativa.
Lesione dell’autonomia comunale
Ne deriva, in caso di mancata concertazione con gli enti locali, una lesione dell’autonomia comunale riconosciuta e garantita dagli artt. 5 e 114 Cost. Peraltro, appare del tutto evidente che la costituzione di un sistema locale strutturato in Liberi consorzi comunali e in Città metropolitane, sostanzialmente concepiti come “camicie di forza istituzionali”, costituisce un obiettivo non conseguibile una volta pretermessa la voce dei Comuni, circostanza che configura un ingiustificato difetto di istruttoria, anche
in considerazione dell’art. 97 Cost. In tale contesto d’improvvisazione, le Associazioni dei Comuni ANCI e ASAEL avrebbero potuto dare ben altro tipo di contributo se fosse stato loro richiesto nelle giuste sedi.
Massimo Greco