Fondi per le Aree interne, salvi i 5 progetti

Sono salvi tutti progetti delle 5 Aree Interne (AI) del ciclo di programmazione 2014-2020 che non potranno essere ultimati e rendicontanti entro il 31 dicembre 2023. Queste 5 Aree Interne sono: Terre Sicane (capofila comune di Bivona), Calatino (Caltagirone), Nebrodi (Sant’Agata di Militello), Madonie (Unione di Comuni) e Simeto-Etna (Adrano).

L’allarme dei sindaci e la decisione della Regione

Lo ha deciso il governo regionale. I 73 sindaci dei comuni ricadenti in queste 5 Aree Interne avevano segnalato al governo regionale gli interventi che non avrebbero potuto completare entro la data di chiusura del PO Fesr 2014-2020, che è il 31 dicembre 2023, indicato nella deliberazione della giunta regionale n. 520 del 20 settembre 2022. Avevano indicato anche i motivi per cui non avrebbero potuto rispettare quella scadenza. Non avendo ottenuto dai centri si spesa regionali le approvazioni degli atti consequenziali delle operazioni, non avrebbero potuto chiuderle e rendicontarle entro la data fissata del 31 dicembre 2023.

I 5 sindaci

I cinque sindaci dei comuni capofila delle 5 Aree Interne Fabio Mancuso (Simeto- Etna e coordinatore regionale Aree Interne), Pietro Macaluso (presidente Unione Comuni Madonie), Fabio Roccuzzo (Caltagirone), Mirko Cinà (Bivona) e Bruno Mancuso (Sant’Agata di Militello) “invitano il Governo regionale a riprendere il momento di confronto e di dialogo già positivamente sperimentato nel corso dei mesi scorsi con l’assessore al Bilancio Falcone e con i funzionari del Dipartimento regionale della programmazione, al fine di trovare le opportune soluzioni che scongiurino il definanziamento di operazioni necessarie e non rinviabili per rompere l’isolamento delle aree interne a partire dagli interventi sugli assi viari”.

Cambio delle competenze

I 5 sindaci, a nome delle Aree Interne, prendono posizione anche sulla decisione del governo regionale di trasferire le competenze delle politiche territoriali dal Dipartimento della programmazione regionale al Dipartimento delle autonomie locali.

A tal proposto dichiarano di non comprenderne le ragioni, “dal momento che da diversi cicli di programmazione le politiche territoriali sono sempre state poste in capo al Dipartimento della programmazione, sviluppando e capitalizzando di ciclo in ciclo programmatorio le competenze e gli adeguati livelli organizzativi”. Chiedono inoltre l’istituzione di un “Ufficio Speciale che possa occuparsi stabilmente di politiche di sviluppo territoriale, coordinando e raccordando organicamente anche le azioni facenti capo a ciascun Dipartimento regionale competente per ratione materiae.”

“No a scelte calate dall’alto”

I sindaci delle Aree Interne chiedono al governo regionale di essere ascoltati e coinvolti nelle scelte che riguardano lo sviluppo territoriale che “non possono essere calate dall’alto”. A sostegno di questa loro richiesta, i sindaci adducono delle ragioni che meritano di essere tenute nella giusta considerazione e valorizzate. Dicono i sindaci: “Le Aree interne hanno accettato le nuove sfide, hanno pianificato nuovi modelli organizzativi, intrapreso la strada dell’associazionismo recuperando le frammentazioni istituzionali locali, sostituendo il noi all’io, concertando strategie di sviluppo al servizio del territorio e non dei campanili”. Per questi motivi, vogliono essere ascoltati e coinvolti.

Silvano Privitera