Il ritorno delle province e la gestione unica di acqua e rifiuti

L’approvazione del disegno di legge sul riordino degli enti siciliani di area vasta avvenuta nei giorni scorsi ad opera della competente commissione legislativa ci offre diversi spunti di riflessione. Tra questi, merita una corsia prioritaria il tentativo di trasferire in capo ai Liberi consorzi comunali e alle Città metropolitane le funzioni esercitate dalle attuali autorità d’ambito per la gestione integrata dei rifiuti e delle risorse idriche.

La riduzione dei costi

Finalmente, dopo tanti anni, all’ARS si sono accorti che non ha senso mantenere un sistema di pubblici poteri che contribuisce solo ad aggravare la spesa pubblica e che non risponde del proprio operato né
alla politica né, tanto meno, ai cittadini utenti. In effetti, la cancellazione delle autorità d’ambito eviterebbe ai Comuni partecipanti di sostenere spese per il loro mantenimento, attribuendo le funzioni ad un unico ente pubblico di area vasta con la riduzione dei costi e la semplificazione delle procedure amministrative.

La gestione dei servizi sotto unico ente

In sostanza, trasferendo agli enti di area vasta le funzioni oggi esercitate dalle società di regolamentazione rifiuti (SRR) e dalle Assemblee Idriche Territoriali (ATI), con conseguente scomparsa di quest’ultime, si potrebbe offrire al cittadino un segnale di chiarezza, concentrando finalmente in un unico soggetto pubblico ruoli e responsabilità di gestione dei servizi, in considerazioni delle quali saranno poi valutati gli amministratori locali da parte dei cittadini-elettori.

Il passaggio “indolore”

Peraltro, in Sicilia, questa passaggio ordinamentale sarebbe del tutto indolore, perché non si tratterebbe di trasferire funzioni amministrative da un ente territoriale (Comune) ad un altro ente territoriale (Provincia) ma di far cambiare soltanto location ai medesimi Comuni che già esercitano da anni tali funzioni integrate ed associate per la gestione di tali servizi pubblici locali a rilevanza economica, soprattutto per quanto riguarda il servizio idrico.

Infatti l’assemblea consortile dell’ATI coincide perfettamente con l’assemblea consortile dell’ente di area vasta sia per natura giuridica (Consorzio di diritto pubblico) che per ambito territoriale ottimale (quello provinciale). L’effetto collaterale di tale passaggio, che verosimilmente è sfuggito ai componenti della
citata commissione legislativa (a nulla rilevando il banale tentativo di riproporre la denominazione di “Provincia” già fatto con la l.r. n. 9/86), è che l’esercizio di dette funzioni rimane in capo ad una gestione consortile dei Comuni, i quali, in assenza di una modifica statutaria del modello istituzionale di ente di area vasta, rimangono i soli attori protagonisti del sistema delle autonomie locali in Sicilia.

Massimo Greco