Tramonta definitivamente l’ipotesi terzo mandato ai Sindaci

Il tentativo di alcune forze politiche della maggioranza che sostiene il Governatore Schifani di estendere ai Comuni fino a 15 mila abitanti la possibilità di esercitare un terzo mandato consecutivo di Sindaco (in deroga alle norme vigenti) è definitivamente tramontata dopo la pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 60/2023. L’idea era già stata accantonata, in realtà, ma sarebbe potuta tornare in auge. La decisione del giudice, invece, pone la parola fine.

Il Giudice delle leggi

La Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri avverso il medesimo tentativo consumato dalla consorella Regione Sardegna di estendere la deroga al divieto del terzo mandato consecutivo di Sindaco anche per quei Comuni superiori ai 5 mila abitanti, ha statuito l’esigenza di uniformità del diritto di elettorato passivo in tutto il territorio nazionale di fatto considerando irrilevante la competenza esclusiva in materia riconosciuta alle Regioni a statuto speciale.

La posizione del Governatore Schifani

In tale contesto, il disegno di legge già approvato dalla Commissione legislativa dell’ARS, sul quale il Governatore Schifani aveva formalmente espresso le proprie riserve, è destinato ad essere definitivamente archiviato, con buona pace di quei Sindaci di Comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti di sottoporsi per la terza volta consecutiva al giudizio elettorale.

Il Consiglio di Stato

Le ragioni sottese alla scelta del legislatore statale di limitare i mandati elettivi dei Sindaci si ricavano dai principi già affermati dalla giurisprudenza che in modo fin troppo chiaro, ed a tratti anche brusco, ha avvertito l’esigenza di trovare un “punto di equilibrio tra il modello dell’elezione diretta dell’esecutivo e la concentrazione del potere in capo a una sola persona che ne deriva”.

La Corte di Cassazione

Tesi ripresa anche dalla Corte di Cassazione a tenore della quale il citato punto di equilibrio è da ricercare “soprattutto nei livelli di governo locale, data la prossimità tra l’eletto e la comunità, onde il rischio di una sorta di regime da parte del primo in caso di successione reiterata nelle funzioni di governo nell’ambito di quest’ultima”.    

Il potere dei Sindaci

Pertanto, a parere della giurisprudenza più autorevole, il limite in parola, avendo lo scopo di tutelare il diritto di voto dei cittadini, che viene in questo modo garantito nella sua libertà, e l’imparzialità dell’amministrazione, finisce per scongiurare la permanenza dei Sindaci per periodi troppo lunghi nell’esercizio del potere monocratico, che possono generare fenomeni di sclerotizzazione della situazione politico amministrativa locale, dando luogo ad anomale espressioni di clientelismo.

Massimo Greco

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