Aree interne spopolate, “restiamo qui ma non per molto”

C’erano molti giovani al convegno della Cgil su istruzione contro lo spopolamento delle aree
interne, svoltosi ieri nel Cine-Teatro Andrea Camilleri. Erano in gran parte studenti e studentesse del Liceo
classico Fratelli Testa di Nicosia e dell’IISS Ettore Majorana di Troina, ma ce n’erano anche di Enna e di
Petralia Soprana. Atri provenivano da San Biagio Platani.

Gli interventi

“E’ una sfida che richiede un’azione coordinata”, ha detto Rossella Inveninato, moderatrice del convegno. Per Antonio Malaguarnera, segretario provinciale Ggil, il riscatto delle aree interne può partire da Troina, l’emblema delle aree interne, ma c’è bisogno di creare una classe dirigente partendo dai giovani. Ma è una sfida che richiede una classe dirigente in senso lato (ceto politico, imprenditori, intellettuali, dirigenti delle organizzazioni di rappresentanze delle imprese e dei lavoratori dipendenti) all’altezza del compito. Il sindaco di Troina, Alfio Giachino, ritiene che occorra coordinare formazione e politiche di sviluppo nella aree interne. Adriano Rizza, segretario Flc-Cgil Sicilia, vede nelle politiche di ridimensionamento del sistema scolastico un ostacolo alle politiche di sviluppo delle aree interne. Per Fabio Venezia, deputato regionale, ci vogliono azioni di sistema e una visione complessiva di lunga durata. Servono delle strategie trasversali ed un movimento che parte dal basso per arrestare le tendenze alla precarizzazione del lavoro e all’aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali.

La parola ai giovani

Molti i giovani intervenuti nel dibattito. Lorenzo Caputo dell’Associazione Koinè ha detto che “abbandonare la nostra terra deve essere una nostra scelta, non una necessità”. Martina Scorciapino, studentessa del Liceo scientifico Ettore Majorana di Troina, è stata molto assertiva quando, parlando della sua generazione, ha detto: “abbiamo il diritto di restare nella nostra terra”. Tea Calaciura, giovane insegnante laureata precaria ha lanciato “ un grido d’allarme alla classe dirigente che non ci dà ascolto”.

“Resto ma non per molto”

Ha scelto di restare, ma è una restanza a termine la sua: “mi sono data un termine di un anno e mezzo entro cui trovare un posto di lavoro stabile; se no lo troverò andrò via. Intanto è già passato un anno”. Tiziana Albanese, del movimento “Nun si parti” e presidente della consulta giovanile di Petralia Soprana, ha detto che chi decide di restare ha gli stessi dubbi di chi parte, ma se scegliamo di restare dobbiamo dare il nostro contributo nella consapevolezza che ci vuole un cambio di paradigma e che non serve l’impegno per piccole iniziative”.

Ha aggiunto che “oltre ad un lavoro stabile, ci vogliono anche i servizi per restare nelle aree interne”. Marco Greco della Federazione degli studenti ha precisato che Marco che “se non c’è un’offerta formativa soddisfacente nel territorio, già a 14 anni ci si trasferisce a Palermo e Catania”. Per Rita Scinardi, docente, la scuola deve dare contribuire a formare dei buoni cittadini. Alisea Cufari, docente precaria, vuole restare ad Enna, ma sarà costretta da andarsene se non troverà un lavoro stabile. Silvano Privitera, coordinatore del Forum Aree Interne, ha parlato della portata innovativa della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) rispetto alle precedenti politiche di sviluppo territoriale come i patti territoriali e i progetti integrati territoriali: “Bisogna prima elaborare una visione di sviluppo di un’area interna e sulla base di questa mettere a punto una strategia con un intenso lavoro sul e dopo definire i progetti coerenti con la strategia”.

Ha inoltre precisato in che cosa consiste questo lavoro sul campo: “un confronto aperto con il territorio e
con gli attori rilevanti del partenariato, che sono medici, imprenditori, giovani, studenti, agricoltori,
commercianti e artigiani”. E lancia un avvertimento: “senza questo lavoro sul campo, la stategia rischia di
risolversi in una sommatoria di progetti frammentati”. Alfio Mannino, segretario regionale Cgil Sicilia, ha
detto nelle conclusioni: “Non abbiamo bisogno di soluzioni tampone e siamo consapevoli che le scelte fatte dal governo nazionale (autonomia differenziata e ridimensionamento del sistema scolastica) vanno in direzione opposta al superamento degli squilibri territoriali”. Per contrastare queste tendenze, Mannino ha aggiunto che c’ è “bisogno dell’impegno dei giovani”. Ha detto cosa pensa dell’Agenda per il Sud con la quale si accentra nella Presidenza del consiglio dei ministri governo nazionale SNAI, fondo di sviluppo e
coesione: “non guarda ai bisogni della Sicilia”.