Dal barcone al salto in A2, la storia della ragazza prodigio della Mattroina

“A Troina ho trovato una comunità accogliente e mi sento finalmente a casa”. Risponde così Princess Oppong, alla domanda di come sia vivere in Italia. 14 anni, di origine ganese, è arrivata in Italia su un barcone, diventando una promessa della pallamano con la sua squadra, la Mattroina Handball, che quest’anno è approdata in serie A2.

La storia della campionessa di pallamano

La sua storia è un racconto triste, ma a lieto fine. Una storia come quella di tanti, che ha inizio nelle viscere dell’Africa, il Ghana. Una terra capace di far innamorare i suoi visitatori, ma attraversata da una profonda crisi economica e da persecuzioni religiose, che vedono spesso i cristiani vittime di aggressioni da parte dei fondamentalisti islamici. Una terra con una cultura rigida, capace di stritolare il suo stesso popolo in una morsa che, purtroppo spesso, non conosce il significato della parola “libertà” Inizia così il viaggio di quanti si ribellano alle regole e sfidano il proprio destino, fino ad attraversare il mare, per rinascere nella libertà.

“Partimmo dalla Libia, poi la traversata in mare”

“Avevo 6 anni quando mio padre decise che la sua famiglia meritava di avere un futuro migliore, racconta Princess Oppong. Così partimmo per la Libia, e tentammo la prima traversata in mare”. Voce forte e decisa quella di Princess, mentre racconta la sua storia, come fosse normale per un bambino, affrontare tutto questo. “Purtroppo, il primo tentativo di attraversata andò male, continua Princess. Una nave sbarrò il nostro tragitto. Erano gli arabi, ci catturarono e ci portarono in prigione. Non avevamo fatto niente, ma se volevamo passare, dovevamo pagare. Ci chiusero in stanza separate. Le donne con i bambini da una parte e gli uomini dall’altra. Io ero con mia madre e i miei due fratellini. Faceva freddo, pioveva dentro la stanza, non ci davano abbastanza cibo, e uno dei miei fratellini di soli 10 mesi, morì per la malnutrizione”.

Le lacrime di Princess

Gli occhi di Princess diventano lucidi. Li strofina, quasi a voler rimandare indietro le lacrime. È una fortezza che racchiude tanta sofferenza, la stessa che oggi fa a pugni con l’incredulità alla vista di una vita felice. “Mio padre lavorò per i libici, pagando il suo debito affinché ci lasciassero andare e finalmente, spiega Princess, ad aprile del 2018, compimmo la traversata. Avevo 8 anni. Eravamo 140 persone, di cui 3 bambini, sul barcone. Era notte quando partimmo. Non avevamo paura di morire, forse perché quello che ci lasciavamo alle spalle era già orribile. Ho solo nostalgia per tutto quello che abbiamo dovuto abbandonare. Non puoi portare niente con te, nessuna foto, nessun ricordo, sei un corpo senza identità. Arrivammo all’alba sulle coste italiane. Era l’inizio di un nuovo giorno”. Oggi Princess Oppong abita a Troina, in provincia di Enna, con la sua famiglia, che gode dell’asilo politico. “Prima di abitare a Troina, abbiamo girato vari posti, racconta Princess. Il Cara di Mineo, di cui non ho un bel ricordo, Mascali, in provincia di Catania, dove sono andata a scuola e ho imparato l’italiano, la Francia, ma solo la comunità troinese ci ha fatto sentire a casa e ben voluti, qui mi sento serena e tranquilla”. Parla un perfetto italiano Princess, oltre al francese, all’inglese e alla sua lingua d’origine. Frequenta la scuola e ha le idee chiare sul suo futuro, vuole essere una persona indipendente. “Oggi ho un punto di vista diverso, riesco a capire che la vita di prima non era giusta, conclude Princess, anche se quando la vivevo era la normalità. Sogno una vita indipendente e lo sport mi sta aiutando tanto, soprattutto perché mi ha permesso di fare amicizia e di far parte di un gruppo”.

Ha trascinato le compagne in A2

Grazie anche a Princess Oppong, la squadra di pallamano Mattroina Handball quest’anno è approdata in serie A2. “Princess è una promessa della pallamano, racconta l’allenatore Francesco Andolina, ma non è l’unico obiettivo che mi pongo facendola giocare. Sono felice di sapere che attraverso sport ho dato a lei e alle altre ragazze un’opportunità di crescita e perché no, un sogno per il loro futuro”. È ancora tutta da scrivere la storia di Princess, ma come le protagoniste delle favole, a cui il suo stesso nome fa pensare, anche per lei si intravede già il lieto fine.

Sandra La Fico