Mafia, l’arresto di Balsamo ed il regolamento di conti nell’omicidio a Piazza

Ci sarebbe un regolamento di conti dietro il caso di lupara bianca di Franco Zanerolli per il cui delitto è indagato Pietro Balsamo, indicato dalla Dda di Caltanissetta come il capo della famiglia mafiosa a Piazza Armerina.

I contrasti mafiosi a Piazza Armerina

Secondo quanto emerge da fonti investigative, dentro quella consorteria criminale sarebbero nati dei contrasti, forse personali o magari legati alla gestione delle attività illecite, fatto sta che, stando alla tesi dei magistrati della Procura distrettuale e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Enna, nei confronti di Zanerolli sarebbe stata emessa una sentenza di morte.

Chi è Pietro Balsamo

Pietro Balsamo, 85 anni, venne condannato in via definitiva nel 2014 dalla Suprema Corte di Cassazione che confermò la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta ad 8 anni di carcere per estorsione con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività delle famiglie mafiose di Enna e Caltagirone.

In quella circostanza, in concorso con altre due presunti esponenti mafiosi, Balsamo avrebbe costretto il titolare di un supermercato di Enna a corrispondere una “retta” annuale altrimenti vi sarebbero state conseguenze per la sopravvivenza dell’attività economica.

I legami con Caltagirone ed Enna

Gli stessi collaboratori di giustizia, in merito ai rapporti di forza di Cosa nostra nel territorio ennese, svelarono la connessione di Balsamo con le famiglie mafiose di Caltagirone e di Enna.