Mafia, pizzo e usura a Valguarnera, 7 arresti
Valguarnera - 10/10/2023
I carabinieri del ROS, insieme ai militari del Comando provinciale di Enna, hanno dato esecuzione a 7 misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta richieste dalla Dda di Caltanissetta.
Chi sono gli arrestati
In particolare nei confronti di Sebastiano Gurgone 71 anni, Sebastiano Calcagno, 34 anni, Giuseppe Scibona, 70 anni, Cristoforo Scibona, 45 anni, tutti residenti a Valguarnera Caropepe: come disposto dal Gip sono in carcere in quanto gravemente indiziati per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, aggravata dalla disponibilità di armi, ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Arresti domiciliari per Antonino Martorana, 51 anni indagato per il delitto di riciclaggio, Filippo Greco, 63 anni, indagato per il delitto di assistenza agli associati, ed, infine, di Rosario Catalano, 84 anni, indagato per il reato di usura.
L’inchiesta della Dda iniziata 2 anni fa
Le misure cautelari costituiscono l’esito di una complessa attività d’indagine, condotta per due anni dai Carabinieri del ROS e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, sul territorio della provincia di Enna, con particolare riferimento a quell’area che viene comunemente conosciuta come “Valle del Dittaino”; di fatto la principale area produttiva dell’ennese che, come già sancito in diverse sentenze passate in giudicato, ha da sempre suscitato gli appetiti della criminalità mafiosa.
La scarcerazione di Gurgone
L’attività investigativa ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine alla riorganizzazione di Cosa nostra, e nello specifico della famiglia di Enna, a seguito della scarcerazione di Sebastiano Gurgone Sebastiano nell’aprile del 2019. Lo stesso, in più occasioni, avrebbe proclamato con soddisfazione il suo status di uomo d’onore, ruolo che lo poneva al vertice del sodalizio mafioso operante nella citata area.
I collaboratori di Gurgone
Il monitoraggio si è incentrato oltre che su Gurgone, anche sui suoi più stretti collaboratori, ovvero Sebastiano Calcagno, figlio di Domenico Calcagno, elemento di assoluto rilievo di cosa nostra ennese ucciso nel 2003 per contrasti insorti all’interno dell’organizzazione mafiosa, Cristoforo e Giuseppe Scibona, padre di Cristofero, e rispettivamente nipote e cognato del defunto Domenico Calcagno.
Le estorsioni nella Valle del Dittaino
L’indagine ha fatto emergere gravi indizi circa una presunta pressione estorsiva ai danni di importanti attività produttive della Valle del Dittaino, sistematicamente vessate al fine di lucrare prevalentemente somme di denaro, sintomo del perdurante assoggettamento di alcuni operatori economici di quella zona.
Due imprenditori vittime
In particolare, Gurgone, a partire dalla sua scarcerazione, avrebbe attuato strategie delittuose volte alla riscossione del “pizzo” con l’indispensabile complicità, secondo i gravi indizi ritenuti dal GIP, di Calcagno, Cristoforo e Giuseppe Scibona, ricevendo con cadenza annuale, somme di denaro da parte di due imprenditori della Valle del Dittaino. Il presunto sodalizio facente capo a Gurgone avrebbe avuto la disponibilità di armi, da utilizzare all’occorrenza per perseguire gli scopi illeciti, alcune delle quali detenute da diversi anni, perché sarebbero già appartenute a Domenico Calcagno.
Il riciclaggio del denaro
Nel contesto di un presunto episodio estorsivo sono state documentate anche le condotte di Antonino Martorana, gravemente indiziato del reato di riciclaggio, poiché si sarebbe prodigato a compiere operazioni idonee ad ostacolare l’identificazione dell’illecita provenienza di parte del denaro; avrebbe emesso in favore di un imprenditore vittima di estorsione, una fattura per un servizio, secondo l’ipotesi accusatoria, mai avvenuto e per una cifra corrispondente alla somma di denaro estorta.
L’amico “buono”
Il GIP del Tribunale di Caltanissetta ha, infine, riconosciuto la gravità indiziaria delle acquisizioni investigative raccolte a carico di Filippo Greco quale soggetto contiguo ma non appartenente all’associazione mafiosa, in quanto avrebbe fornito più volte assistenza a Gurgone; in particolare, vi sono gravi indizi per ritenere che il Greco si sia prestato, tra l’altro, per fare da tramite tra il Gurgone ed il titolare di un esercizio commerciale di Valguarnera Caropepe; nonché a carico di Rosario Catalano, soggetto già in passato condannato definitivamente per associazione mafiosa, per il delitto di usura continuata proprio in danno del menzionato esercente. Nel corso dell’operazione, la polizia giudiziaria ha eseguito delle perquisizioni.