Ex provincia, il pressing Dc per il voto ed il rischio di un salto nel buio

Anche in provincia di Enna è il partito di Cuffaro quello che spinge di più per ritornare al voto diretto per eleggere gli organi di governo degli enti intermedi. Dietro una motivazione, solo apparentemente giustificata dall’esigenza di restituire agli elettori il governo dell’area vasta, si nasconde la necessità di posizionare quante più bandierine. Una sorta di battaglia navale che nulla ha a che vedere con il ragionamento che invece è richiesto per affrontare un tema così complesso.

La questione spinosa

Non potrebbe non essere così visto che anche il Presidente dell’ARS Galvagno si è limitato solo a suggerire di non approvare una legge che non sia stata concordata a Roma. Neanche nella più alta carica dell’ARS si registra la consapevolezza del nodo gordiano che caratterizza la questione degli enti di area vasta in Sicilia e cioè la scelta di fondo sul modello istituzionale da utilizzare. Eppure basterebbe rispondere ad una semplice ed elementare domanda: chi dovrà governare il futuro ente di area vasta? Un ente territoriale di governo dotato di autonomia politica come la Provincia o un ente consortile governato dai Comuni?

Il pericolo di un salto nel buio

Questa è la domanda a cui dovrebbe rispondere il partito di Cuffaro prima di avventurarsi nel buio di una riforma impossibile. Già, perché se si opta per la prima ipotesi, il ritorno all’elezione diretta degli organi di governo sarebbe cosa buona e giusta, se invece si opta per il mantenimento dell’attuale sistema ordinamentale, vincolato dall’art. 15 dello statuto siciliano, saranno i Comuni a governare l’ente di area vasta. Corollario di tale spartiacque è che nell’elezione degli organi di governo della Provincia sono i cittadini ad esercitare sia il diritto di elettorato passivo che quello attivo, nell’elezione degli organi di governo dell’ente consortile sono i rappresentanti dei Comuni ad esercitare entrambi i diritti.

Appare fin troppo evidente che l’elezione diretta degli organi di governo è possibile solo per la Provincia e non anche per il Libero Consorzio comunale. Rispetto a questo scenario, in cui nessuno ha proposto la modifica dell’art. 15 dello statuto siciliano, attendere la riforma delle legge Delrio non servirà assolutamente a nulla.

Massimo Greco