Unione dei Comuni e Liberi consorzi, Regione nel caos
Enna-Provincia - 11/11/2023
Il deputato regionale Fabio Venezia, unitamente al gruppo parlamentare del partito democratico all’ARS, ha presentato un disegno di legge in materia di Unione dei Comuni ed esercizio associato di funzioni e servizi comunali, nel tentativo di mettere ordine in una disciplina la cui valenza ordinamentale deriva dalle diverse coalizioni territoriali (Aree interne, FUA, SIRU) che si sono aggregate sulla base delle indicazioni regolamentari dell’Accordo di partenariato per l’Italia per il ciclo 2021-2027.
Le Unioni dei Comuni
La gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali è infatti finalizzata a superare le difficoltà legate alla frammentazione dei piccoli Comuni e per conseguire condivisibili obiettivi di razionalizzazione della spesa e di una maggiore efficienza dei servizi.
Occorre considerare che le funzioni di cui si tratta sono funzioni proprie dell’ente Comune che devono necessariamente essere svolte o dall’ente uti singulu o, in virtù del patto associativo (normativamente imposto o liberamente contratto), dall’Unione di cui fa parte. In questa prospettiva, le Unioni di Comuni sono quindi proiezioni dei singoli enti partecipanti finalizzate all’esercizio congiunto di funzioni di competenza degli stessi, cui si applicano i principi previsti per l’ordinamento di tali enti.
I Liberi consorzi comunali
Questa iniziativa legislativa fa il paio con quelle già depositate all’ARS in materia di riorganizzazione degli enti di area vasta. Se le Unioni di Comuni sono enti esponenziali dei Comuni per l’esercizio associato di funzioni e servizi riconducibili alle competenze comunali, i Liberi consorzi comunali, previsti dall’art. 15 dello Statuto siciliano, sono enti esponenziali dei Comuni per l’esercizio associato di funzioni, servizi e politiche riconducibili all’area vasta.
Le esigenze di coordinamento
Pur apprezzando i diversi disegni di legge fin qui presentati, non si può omettere di evidenziare l’assenza di coordinamento di tali iniziative che, occorre qui ricordare, mirano ad offrire “vestiti istituzionali” a “territori in movimento”. Non è certo una buona idea quella di perseguire la strada delle riforme delle autonomie locali in assenza di una visione di sistema. L’aggregazione dei Comuni deve infatti avvenire semplificando ed ottimizzando gli attuali modelli associativi e non certo legittimando il disordine che si
è generato. Rispetto a questo obiettivo, un legislatore attento deve avere la capacità di individuare un unico ente di area vasta che si occupi delle politiche di promozione dello sviluppo socio-economico del territorio, riservando alle Unioni di Comuni solo l’esercizio associato di funzioni amministrative comunali. Come già affermato in altra occasione, le odierne iniziative dei Comuni finalizzate a governare porzioni di area vasta sono destinate a dissolvere ciò che rimane dell’identità territoriale.
Massimo Greco