Lavori per un parcheggio a Troina, scovate 2 nicchie di epoca greca

Due nicchie, forse edicole votive, risalenti all’età greca. È questa la meraviglia che si è aperta agli
occhi degli archeologi sulle pendici nord occidentali della “Rocca”, come veniva anticamente chiamato il comune di Troina. Così, si legge in un contributo a firma di Carla Mancuso, dirigente della sezione archeologica della Sprintendenza per i Beni Culturali di Enna, Serena Raffiotta, archeologo incaricato dal comune di Troina, e Fabio Salinaro, archeologo collaboratore sul campo, sulla pubblicazione “La
ceramica in Sicilia” dalla Preistoria all’Età Contemporanea, di Rosalba Panvini e Alfio Nicotra, che racchiude gli atti del III Convegno Internazionale, che si è tenuto al Museo Diocesano di Catania.

La scoperta duranti dei lavori

L’importante scoperta è venuta fuori durante la realizzazione di due importanti opere pubbliche di
urbanizzazione primaria, vale a dire il parcheggio nel centro storico tra la via Rizza e la via San
Sebastiano. Le ricerche, effettuate nell’ambito dell’archeologia preventiva, hanno permesso di avere informazioni più approfondite sugli insediamenti del territorio e sulla cultura materiale.

Che cosa sono

Le indagini archeologiche hanno permesso di identificare delle ceramiche votive miniaturistiche
acrome, con funzione rituale alla base di una edicoletta votiva incavata nella roccia, adiacente ad
un’altra più grande, decorata lateralmente da rami di palma incisi nella roccia, dell’età greca.
Il rinvenimento archeologico, potrebbe suggerire pratiche e rituali connessi al culto di defunti
eroizzati, visti i significativi confronti con svariati contesti dell’isola, per alcune similitudini relative
all’orientamento e alla posizione su versanti scoscesi e rocciosi. Lungo una ripidissima pendice piena di rifiuti di ogni genere, impraticabile per la fitta vegetazione, immediatamente al di sotto di una barriera
paramassi, con cui era evidentemente a diretto contatto, è apparsa agli occhi degli archeologi la
singolare nicchia scavata nella roccia.

Il parere degli esperti

Il rinvenimento archeologico è confrontabile con svariati contesti della Sicilia, dove anche in altre
occasioni è stato trovato materiale votivo greco, proprio su versanti scoscesi e rocciosi, quale è il
sito di Troina, ed orientati tendenzialmente a nord. “La zona di rinvenimento, come spiegano gli
archeologi, è nota in dialetto come “fumazzaru” o “iettitu”, quella che oggi potremmo definire una sorta di discarica abusiva dove nei secoli si sono accumulati reperti di varie epoche, romano, bizantino, moderno e fino al periodo ottocentesco e dove anche in passato, in occasione di precedenti
lavori pubblici, erano stati trovati reperti”. Le nicchie non solo sono salve, ma anche oggetto
di un interessante intervento di valorizzazione progettato dal comune di Troina.
Sandra La Fico