Il ruolo dei togati, Meloni e riforme, ecco la versione di Barbera

Da dicembre Augusto Antonio Barbera è il presidente della Corte costituzionale. Aidonese di nascita, professore di diritto costituzionale, è un esponente illustre del territorio ennese.

L’intervista

Ha rilasciato una intervista pubblicata al quotidiano nazionale Repubblica, toccando molti punti che sono tema di dibattito nazionale, tra cui le riforme costituzionali, il ruolo sempre più vuoto del Parlamento che sta perdendo il suo fondamentale ruolo di legislatore, e l’opinione sull’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il dibattito sul ruolo del Capo dello Stato

Durante l’intervista, il presidente della Consulta si è soffermato sul tentativo di riforma della Carta costituzionale ipotizzato dalla premier legata al conferimento di maggiori poteri al Capo del Governo con l’elezione diretta. Si tratta del cosiddetto premierato che, inevitabilmente, modificherà il ruolo del presidente della Repubblica che avrebbe meno margini di manovra.

“Riforme necessarie”

“Non posso esprimermi su una riforma che vede aspramente impegnate su fronti opposti le forze politiche. Posso solo auspicare che nel dibattito si tenga conto di quanto deciso con la sentenza numero 1 del 2014: i premi di maggioranza sono costituzionalmente legittimi” ha detto Barbera che, però, aggiunge: “quale che sia l’esito o il contenuto di questo ddl, non va abbandonato il tema delle riforme. Non è un caso se da quarant’anni si susseguono tentativi di revisione. Alcune pagine erano state volutamente lasciate aperte dal Costituente, altre chiuse in fretta; ciascuno schieramento politico temeva la vittoria dell’altro alle successive elezioni. Una prima correzione si era avuta nel 1963 equiparando la durata di Camera e Senato. Pensi all’ingovernabilità derivante dalla diversa durata delle due Camere! 
Altri risultati erano stati raggiunti per via referendaria con le riforme elettorali in senso maggioritario, fino all’introduzione nella scheda elettorale del nome del candidato alla presidenza del Consiglio. Una sobria legittimazione elettorale, se non proprio la più audace elezione diretta”.

Parlamento esautorato

Un’altra questione affrontata dal presidente della Corte costituzionale è quella del ruolo del Parlamento, succube dell’invadenza dei Governi che inondando le Camere di decreti legge.

“Ho criticato non solo questo governo – dice Barbera – ma tutti quelli degli ultimi decenni. E ho tentato di indicarne le cause: in particolare, l’assenza di incisivi strumenti per l’approvazione dei ddl urgenti; assenza che alimenta il fenomeno dei decreti legge, sconosciuti in altre democrazie. E che ha alimentato il ricorso ai maxiemendamenti; unico strumento per contenere le spinte dissipatrici dei micro interessi”.

Inoltre, il Parlamento, “si è fatto esautorare non avendo messo in cantiere le riforme necessarie, basti ricordare l’accorato discorso di Giorgio Napolitano al momento della rielezione”.

La nomina dei giudici e la stoccata a Meloni

E sulla nomina dei giudici della Consulta da parte del Parlamento, ecco cosa ne pensa, nell’intervista a Repubblica, il presidente della Corte Costituzionale.

“In realtà nel contesto del discorso spero di sbagliarmi – la presidente Meloni sembra collocare l’elezione dei giudici sullo stesso piano di talune pratiche di spoils system, poste in essere sotto tanti governi. 
Ma l’esperienza ci dice che così non è stato per i giudici costituzionali eletti dal Parlamento, mai espressione di una sola forza politica o della sola maggioranza di governo. Essi godono di notevoli prerogative d’indipendenza e sono virtuosamente condizionati dalla collegialità e dalla riservatezza dei lavori”.

Il ruolo dei togati

Infine, ecco come risponde il presidente della Corte, alla domanda sulla circostanza da parte di magistrati e giudici di poter esprimere pubblicamente le proprie opinione politiche.

“Anche i magistrati sono titolari del diritto di libera espressione delle opinioni, assicurato per tutti i cittadini dall’articolo 21 della Costituzione, ma si tratta di vedere in che modo e in quali occasioni. 
Anche la Corte ha già posto paletti” chiosa Barbera.