Lettere a ViviEnna, Agrò, “vi racconto la vita di Neglia”

Sono in corso i festeggiamenti per ricordare i 150 anni della nascita di Francesco Paolo Neglia. A raccontarci il prestigioso compositore è il suo biografo ufficiale, Maurizio Agrò, che ha scritto a ViviEnna per raccontare, in pillole, la vera storia di un uomo che lasciato il segno nella musica italiana.

Una famiglia di musicisti

Il 22 maggio 2024 ricorrono i 150 anni dalla nascita del compositore siciliano Francesco Paolo
Neglia, come in tutte le commemorazioni di uomini illustri la data di nascita segna il momento in
cui dedicare un intero anno alle celebrazioni. Neglia era nato a Enna il 22 maggio 1874 da una famiglia di musicisti. Il padre Giuseppe era direttore della Banda Municipale della città nonché violinista nell’orchestra della Cattedrale e i suoi figli si avviarono tutti sulla strada della musica divenendo principalmente violinisti.

I figli

La primogenita Lucia era una bambina prodigio e fu considerata una delle cinque “rivali” della più
famosa violinista Teresina Tua. Angelino si trasferì a Reggio Calabria e nel 1908 subì le conseguenze del terremoto che colpì anche Messina, tuttavia la sua vita fu davvero avventurosa, dopo aver girato l’Italia e quasi tutta l’Europa si trasferì negli Stati Uniti per dare un futuro alla figlia Maria nata dal suo secondo matrimonio con Dora Biondi. Anche Maria fu una bambina prodigio e come violinista venne invitata alla Casa Bianca da tre Presidenti americani. Liborio si trasferì ad Acireale dove divenne insegnante di musica al prestigioso Collegio Pennisi e fu il maestro di Francesco Celso, compositore molto amato dalla RAI.
Giovannino invece fu sfortunato, morì giovane a causa di una congestione intestinale.

Le prime esperienze

Francesco Paolo studiò a Palermo con Guglielmo Zuelli e riuscì ad ottenere un posto come violinista nell’Orchestra del Teatro oltre a diventare assistente del titolare della cattedra di Teoria e Solfeggio presso il Conservatorio della città. La sua prima composizione fu l’Inno a S. Anna molto apprezzato dalla critica locale, nel 1900 si diplomò in composizione e, su consiglio del suo Maestro, decise di trasferirsi a Milano dove fu scritturato come direttore d’orchestra per la Stagione Lirica di Porto Maurizio.

L’Italia del primo Novecento

Durante gli anni degli studi conobbe Maria Dibbern che spostò nel 1900 e con la quale, l’anno
successivo, si trasferì in Germania, ad Amburgo. Neglia non era il tipico compositore italiano dedito all’Opera Lirica, preferiva la grande musica sinfonica che aveva potuto conoscere solo grazie a Zuelli. L’Italia del primo Novecento era ancora legata al melodramma, Puccini e Mascagni erano le star del momento e non c’era spazio per la musica strumentale. Neglia e altri compositori considerati “minori” soffrirono della mancanza di vedute di un paese che voleva solo il Bel Canto, di conseguenza se non componevi Opere almeno dovevi dirigerle.

La vita in Germania

La vita ad Amburgo era diversa, in Germania si respirava l’aria delle grandi sinfonie, Beethoven era
su tutti i cartelloni insieme a sinfonisti del calibro di Mahler o di Richard Strauss. Il primo approccio con il sinfonismo lo ebbe con le nove sinfonie di Beethoven per arrivare a dirigere alcuni lavori in prima assoluta. È il caso della Suite per Orchestra op. 126 di Marco Enrico
Bossi eseguita nel 1905, ma anche della Gloria Symphonie di Jean Luis Nicodè. Questa sinfonia è
considerata la più lunga e la più grande, in termini di organico orchestrale, che sia mai stata scritta,
infine Neglia divenne uno dei più importanti direttori delle opere di Anton Bruckner. Fu il primo a
portare ad Amburgo la Nona Sinfonia e il Te Deum del compositore Austriaco, compito che
inizialmente era stato affidato ad Arthur Nikish. Ma il lavoro di Francesco Paolo non si esauriva nella direzione d’Orchestra e nella composizione, fondò il Neglia Conservatorium che arrivò ad avere tre sedi e più di 500 allievi, diventando il più grande di tutta Amburgo e tutt’ora esiste.

Il rientro in Italia e la Grande Guerra

Nel 1914 dovette rientrare in patria, la Guerra era scoppiata e il Console Giacchi invitavi gli italiani a lasciare il paese. Neglia tornò a Enna per spirito patriottico, amava l’Italia e la sua nostalgia la condensava nella sua Seconda Sinfonia e nella Suite sinfonica “Tre quadri di vita veneziana”. Il ritorno a casa non fu felice, inizialmente si accontentò di un posto al Comune di Enna per poi prendere il posto di Antonio Rizzo alla guida della Cappella Musicale del Duomo. Questo incarico gli procurò non pochi problemi, gli ennesi non gradivano la sua presenza in quanto aveva una moglie tedesca ed era stato considerato una spia della Germania. Gaetano Contino, uno degli orchestrali, disse che ormai “loro” suonavano solo musica tedesca. Da un lato questa affermazione suonerebbe come un grande insulto, ma dall’altro ci fornisce una idea su come veniva percepita la sua musica.

Le composizioni sacre

Le composizioni sacre di Neglia non hanno il tipico sapore dei compositori ennesi come Antonio Rizzo o Pregadio, ma suonano come la grande musica europea. Enna non riconobbe l’uomo che in Germania godeva di una certa fama, così dovette recarsi a Caltanissetta per dirigere la Filarmonica Nissena e finalmente trovò un pò di serenità. L’ambizione di Neglia però era quella di tornare nel mondo della musica internazionale, rientrò ad Amburgo nel 1920, ma la situazione economica era disastrata e il suo Conservatorio era stato depauperato di molte risorse economiche e materiali. Poichè aveva ottenuto la licenza come Maestro elementare e l’abilitazione per insegnare lingua tedesca, nel 1921 fu chiamato in alcuni comuni lombardi come maestro elementare.

L’arrivo a Legnano e la morte a Intra

Partì per Legnano dove iniziò la sua carriera di insegnante nelle scuole viciniori come Rescaldina, Cerro Maggiore, Vanzago, ma i Legnanesi credettero al musicista così potè dirigere la Corale Rossini di Busto Arsizio e organizzare i concerti popolari coinvolgendo anche l’Istituto “Carlo Dell’acqua” dove insegnava Tedesco. L’esperienza del Neglia Conservatorium la riversò a Legnano fondando il Civico Liceo Musicale che vantava insegnanti illustri come Riccardo Malipiero, Antonio Russolo e Renzo Bossi. Morì a Intra il 31 Luglio 1932.

Non si piegò al regime fascista

La vita di Francesco Paolo Neglia è molto complessa, densa, sempre piena di entusiasmo anche
nelle difficoltà, è un uomo che ha saputo sollevarsi dopo ogni caduta, è un uomo che ha subito
l’immobilismo della cultura italiana, la Grande Guerra e infine il Fascismo. Molti musicisti dell’era fascista credettero subito alle intenzioni del partito e si allinearono alla creazione di una nuova cultura, scrivevano spesso al Duce per ringraziarlo o per dedicargli alcune loro opere, Neglia no. Davanti alle difficoltà non sentì mai l’esigenza di piegarsi al regime, le sue opere apparentemente di stampo fascista erano legate più ad uno scopo didattico che ad una esaltazione del fascio. In un certo senso era un antifascista ante litteram, ma doveva mantenere la famiglia e quindi doveva relazionarsi con l’amministrazione del regime, ma le sue attività didattiche e artistiche restarono libere da ogni condizionamento. Forse anche per questa ragione non ebbe la considerazione che avrebbe meritato. Nell’anno a lui dedicato è bene ricordare non solo il compositore, ma anche e sopratutto l’uomo poichè la sua vita è di insegnamento per le generazioni
future.