Pasquasia, Cardaci, “politica silente sulla miniera e sulla bonifica”

“E’ venuto il momento di capire la sua bonifica a che punto sia e cosa si vuol fare del grande impianto”. Lo afferma a ViviEnna il consigliere comunale di Enna, Dario Cardaci, in merito alla miniera di Pasquasia, al centro nei giorni scorsi di un dibattito circa la sua possibilità di diventare un sito per il deposito delle scorie nucleari poi smentita dalla Sogin che ha escluso questa possibilità.

I riflettori su Pasquasia

Ma è l’occasione per accendere una riflessione su uno dei più grandi buchi neri della Sicilia, del resto quando la miniera chiuse negli anni 90 non si compresero bene le ragioni né le inchieste antimafia della magistratura svelarono delle verità, tenuto conto che fu apposto il segreto di Stato.

Le domande di Cardaci

Il consigliere comunale ennese pone delle questioni allo scopo di comprendere cosa farne di questo sito. “Si vuole tentare, con una gran dose di utopia, la sua riattivazione? Si vuole realizzare un centro di sperimentazione e ricerca? Si vuole farne un sito archeo-industriale, come i tanti che in Europa suscitano grande interesse? “

Le responsabilità della politica

“Va bene tutto purchè abbia un senso e chiuda definitivamente una vicenda che è oramai divenuta insopportabile. La parola alla politica, che continua a tacere in modo indecente, salvo poi utilizzare il problema per le solite ed oramai intollerabili speculazioni” argomenta Cardaci.

I buchi neri sulla miniera

Cardaci, nella sua analisi, compie un passo indietro, parlando della misteriosa storia della miniera, nel momento, circa 40 anni fa, in cui “il Senatore Lauria, allora Sindaco di Enna, armato di fascia tricolore appose i sigilli al laboratorio che l’ENEA aveva realizzato all’interno della miniera per saggiare la possibilità di utilizzarla come deposito di scorie”.

“Esempio di malgoverno”

“Da quel momento in poi solo sospetti, voci incontrollate, allarmismi – dice Cardaci – di ogni genere, passando per il segreto di stato recentemente denunciato dall’On. Grimaldi, che si interessò del caso. Noi sappiamo solo che Pasquasia rappresenta uno dei peggiori esempi di malgoverno del secolo. Una realtà importante con una produzione che assorbiva buona parte del mercato mondiale, ancora sfruttabile per decenni, che dava lavoro ad un migliaio di persone, che a loro volta sostenevano la nostra fragile economia”.

Per Cardaci, Pasquasia è stata una “realtà industriale di prim’ordine distrutta dall’incapacità di trovare una soluzione sulla sua gestione, non essendoci più spazio per quella forma di pubblico-privato che l’aveva gestita e che pure poteva rappresentare una cosa importante ed innovativa se si fosse saputa governare”

Le occasioni sprecate

Secondo il consigliere d’opposizione, da allora ad oggi, sono andate in fumo tutte le opportunità per rilanciare il sito. “Nel frattempo tutte le possibilità esistenti per dare nuova vita a Pasquasia sono passate senza che nessuno, di quelli che hanno potere di decidere e di fare, abbia proferito sillaba, pensando che forse la brutta faccenda si risolvesse da sola: troppo impegnativa per affrontarla”.

Pasquasia restituita alla comunità

“Restituire Pasquasia alla comunità perché questa possa trarne vantaggio resta un miraggio, solo una reazione forte della collettività può superare la palude in cui la questione sta affogando; sperare è l’unica cosa che ci resta” chiosa Dario Cardaci.