Il caso Calascibetta ed il futuro incerto delle aree interne

Una tesi di laurea su “La partecipazione politica: il caso Calascibetta fra la prima e la seconda repubblica 1994-2003” ha rappresentato l’avatar per l’impegno editoriale che Salvatore Catalano (più volte assessore comunale) ha illustrato venerdì scorso presso il Cine-Teatro di Calascibetta.

La partecipazione

Suggestiva è stata la presentazione, a cura dall’Associazione Culturale “Teatro Contoli Di Dio”, che è riuscita a mantenere alta l’attenzione e la curiosità dei numerosi xibetani presenti tra i quali l’attuale Sindaco Piero Capizzi. Salvatore Catalano, dopo avere contestualizzato il periodo che segna il passaggio dalla 1° alla 2° Repubblica, anche attraverso una puntuale elencazione degli avvenimenti internazionali e nazionali, ha sottolineato i mutamenti che la società ha subito in tutto i suoi aspetti, puntando l’attenzione sulle modalità di partecipazione politica.

La rottura del sistema

L’autore, opportunamente pungolato dal presentatore Pippo Acciaro, individua quel periodo come un momento di rottura del sistema, in cui la democrazia rappresentativa cede il posto a quella carismatica, i partiti politici perdono quote rilevanti di rappresentatività a vantaggio di modelli “liquidi” di comunicazione politica. Sul fronte istituzionale si assiste ad un potenziamento delle autonomie locali e alla correlata valorizzazione del territorio che diventa il ring privilegiato dove si misurano le imprese.

La ricchezza dei territori è infatti condizionata anche dalla capacità delle sue classi dirigenti che potranno contare sulla stabilità dei governi locali. L’elezione diretta dei Sindaci ha certamente assicurato stabilità e sperimentato la programmazione dello sviluppo locale attraverso l’uso degli strumenti della programmazione negoziata (patti territoriali, PIT etc.). Ma non sono tutte rose e fiori e Salvatore Catalano non nasconde le proprie preoccupazioni nel riscontrare una deriva plebiscitaria seguita alla riduzione
progressiva della “partecipazione politica”. L’uscita di scena dei partiti politici di massa non è stata (“ancora oggi” sostiene l’autore) sostituita da altri strumenti aggregativi e le decisioni pubbliche sono sempre più solitarie perché assunte da legislatori e amministratori dotati sì di rappresentanza ma sprovvisti di rappresentatività.

La situazione nelle aree interne

Se questo è il nuovo scenario, la questione diventa ancora più scottante in quelle aree interne, come certamente Calascibetta, in cui la partecipazione politica risente del “diritto di restanza”. E’ questo il senso del contributo al dibattito offerto nelle sue conclusioni dal Sindaco Capizzi che, nonostante l’ottimismo che ne caratterizza la sua azione governativa, evidenzia la necessità di arginare lo spopolamento e la mobilità dei giovani per assenza di lavoro, superando visioni partigiane e campanilistiche. Inevitabilmente, l’asse del ragionamento si è quindi spostato sulla sostenibilità della “partecipazione politica”, i giovani partecipano alla vita politica se sono liberi e tale condizione è strettamente connessa a quell’autonomia lavorativa che consente loro di rimanere accanto alle proprie famiglie ed ai propri territori.