Caso Murgano, Movimento, “faccia un passo indietro per coerenza morale”
Enna-Cronaca - 04/04/2025
“Macché processo mediatico, si chiede un atto di coerenza morale: monsignor Murgano faccia un passo indietro”. Lo affermano in una nota gli esponenti del Movimento Non accetto Prediche da Chi copre un Abuso in replica agli avvocati Mauro Di Natale e Francesco Petralia, legali del parroco della Chiesa Madre di Enna, Vincenzo Murgano che, in merito al pressing dello stesso Movimento sul prelato per spingerlo a disertare i riti della Settimana Santa a causa del processo per falsa testimonianza a cui si sottoporrà insieme al vescovo Gisana, hanno sostenuto l’esistenza di un processo mediatico finalizzato “a generare polemiche” tese a turbare l’evento religioso.
Contestualmente, i difensori hanno ribadito la legittimità del coinvolgimento diretto di Murgano ai riti della Settimana Santa non solo in virtù del principio della presunzione di innocenza ma anche per lo svolgimento “dell’esercizio naturale della sua missione pastorale”.
“Impresentabile eticamente”
Una visione contestata dal Movimento che pone al centro della vicenda la questione morale. “Abbiamo chiesto, con il garbo che contraddistingue da sempre il nostro operato, un passo indietro al monsignore, forte della sua presunzione di innocenza, come scrivete voi, ma impresentabile dal punto di vista etico e morale” spiegano dal Movimento.
L’affondo a Confraternite e Comune
Gli stessi esponenti del Movimento prendono posizione contro le Confraternite ed il Comune di Enna. “Supportato e protetto – si legge nella nota – dalle confraternite, dal collegio dei rettori e adesso anche dall’amministrazione comunale, ormai è chiaro che Murgano pretende di portare la Spina Santa in processione. Con quale cuore terrà quella croce, simbolo della nostra amatissima processione del Venerdì Santo e della passione di Cristo?”.
“Mai una parola sulle vittime”
Il Movimento rimprovera a monsignor Murgano di non aver speso una parola per le vittime delle violenze sessuali legate al procedimento giudiziario a carico di don Rugolo, condannato in primo grado a 4 anni e mezzo di reclusione, il cui processo d’Appello inizierà a breve.
“Non una parola di conforto, di ammenda – dicono gli esponenti del Movimento – è stata da lui mai espressa nei confronti delle vittime. Il ruolo del pastore è quello dell’accoglienza e, in primo luogo, dell’esempio (di umiltà e servizio), non certo quello di impuntarsi nel voler partecipare ad una processione Santa, snaturata quest’anno a “sfilata” per la sua inopportuna presenza. Nessuno vuole disturbare la processione del Venerdì Santo: è già fortemente disturbata dalla presenza di un imputato per falsa testimonianza in un processo per abusi sessuali su minori”.
“Le chiese abbandonate dai fedeli”
Infine, per il Movimento “il problema è il monsignore che, perdendo il senso di realtà e di carità cristiana, dichiara attraverso i suoi legali di credere nell’operato dei magistrati, ma dimostra di non aderire al dettato di Gesù Cristo, di un vescovo che vede disertare giornalmente le chiese, ormai abbandonate dai fedeli, e non ha mai fatto un atto di ammenda per quello che ha fatto e detto”