“Mi piace pensare che durante le celebrazioni del Venerdì Santo di ieri ad Enna, la mia città, il silenzio annunciato dal movimento “Non accetto prediche da chi copre un abuso” sia stato percepito da tutti come eloquentissimo” Lo afferma Antonio Messina, l’archeologo ennese dalla cui denuncia su una violenza sessuale è scaturita l’inchiesta della Procura di Enna che ha portato alla condanna in primo grado di don Giuseppe Rugolo. Le settimane precedenti alla Settimana Santa sono state scandite dalle polemiche sulla partecipazione di monsignor Murgano, parroco della chiesa Madre di Enna, per via del processo per falsa testimonianza a cui dovrà sottoporsi insieme al vescovo.
“Le moltissime attestazioni – dice Antonio Messina – di solidarietà pervenute si sono notate sotto molteplici manifestazioni e mi sento personalmente di ringraziare chi ha pensato, per una volta, di capire che il “rito” non è sempre uguale, a discapito della definizione: non è come mettere in riproduzione il solito vecchio disco, ma partecipare ogni volta con un respiro nuovo”. Messina, in modo sottile, sottolinea che la fede non è solo forma ma sostanza.
“Chi attesta una fede e sfila orgoglioso per la città deve farlo, si, con la veste stirata, le scarpe lucidate e tutto quanto comanda la tradizione, ma, ad un livello superiore rispetto alla strada, ad un livello lievemente più spirituale, dovrebbe esserci un Messaggio un Fine che riguardi l’umano, la comprensione, la vita condivisa. Del resto Cristo non muore ogni anno per i turisti, ma per ribadire un concetto che ha poco a che fare con la morte. Chi pensa, oltre a credere, dovrebbe metterci del suo attivamente, non limitandosi ai divieti dei comandamenti (sempre che li rispetti)”.
L’archeologo assicura il cambiamento di clima in città soprattutto dopo quanto emerso nelle vicende giudiziarie. “A nessuno, mai più, sarà concesso di far finta di niente: lo impone il cambiamento che, piaccia o no, è in atto nelle coscienze di chi abita la città. La stessa minestra riscaldata, che minestra non è dimora solo nella testa di chi teme il dissenso, di chi sfila in maniera esemplare, nel vuoto (Gesù li chiamava Farisei). Ma il silenzio suonato in coro ieri sera, non è il vuoto e mi domando chi abbia rispettato di più la parola di Gesù morto in croce: i silenti o gli assenti?”