Sicilia: Reddito di povertà. Giambona “Un flop annunciato del Governo Schifani”
Comunicati Stampa - 07/05/2025
“Lo avevamo detto fin dall’inizio: quella che veniva presentata come una misura epocale contro la povertà si è rivelata l’ennesima operazione di facciata del Governo Schifani. I numeri parlano chiaro: solo 30 milioni stanziati, a fronte di un bisogno ben più ampio. Risultato? Appena 7.000 famiglie potranno accedere al cosiddetto ‘reddito di povertà’, su quasi 100.000 domande presentate. E il dato più grave è che almeno 1.500 domande, pur in possesso dei requisiti, resteranno escluse dai finanziamenti. Un flop annunciato del Governo Schifani, che bada a esaltare proposte slogan da spot elettorale”. A lanciare l’allarme è il vicepresidente del gruppo parlamentare PD all’Assemblea Regionale Siciliana, Mario Giambona.
“È l’ennesima dimostrazione – prosegue – di un governo regionale che procede per slogan, senza alcuna pianificazione, senza un reale ascolto dei territori e senza un’adeguata valutazione del fabbisogno sociale. Un’azione inefficace, concepita solo per raccogliere consensi a breve termine, mentre molte famiglie siciliane affrontano ogni giorno la dura realtà di non riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena”.
Giambona poi spiega che “il Partito Democratico non resterà fermo. “Ci batteremo sin dalla prossima variazione di bilancio per chiedere un rifinanziamento della misura, con risorse adeguate a sostenere davvero chi vive in condizioni di disagio. Non basta l’annuncio. Servono fondi, metodo, e soprattutto il coinvolgimento degli attori sociali, come Caritas e Conferenza Episcopale Italiana, che quotidianamente affrontano sul campo l’emergenza povertà”.
Il deputato del Pd conclude con una riflessione impietosa. “Degli oltre 74.000 ex percettori del Reddito di Cittadinanza, ognuno – in base alle attuali risorse – riceverà in media appena 400 euro l’anno, ovvero circa 30 euro al mese, meno di un euro al giorno. Una cifra ridicola, che non cambierà la vita a nessuno e che dimostra la totale inadeguatezza dell’intervento. Altro che lotta alla povertà: siamo di fronte a una misura pensata solo per fare propaganda”.