La legge per “scavalcare” le liste d’attesa che la Regione tiene nascosta
Enna-Cronaca - 10/06/2025
Esiste una legge del 1998 in Italia che permette di abbattere le liste d’attesa sanitarie. Anzi permette al cittadino, quando il sistema prenota a distanza di mesi visite ed esami che, in realtà, sono indicato come urgenti, o quando l’attesa si protrae già da mesi, ad effettuare la medesima prestazione in regime di intramoenia o “privato” (a pagamento in ospedale o perfino nelle strutture convenzionate ma ottenendone il rimborso da parte della Regione). Una legge sconosciuta dai cittadini, ma anche dagli operatori sanitari. O forse volutamente ignorata
Una legge ignorata che si avvia a compiere trent’anni
Lo ricorda il coordinatore regionale del M5S, Nuccio Di Paola, che annuncia una mozione all’Ars che punta a togliere le ragnatele al Decreto legislativo 124 del 1998, rimasto fino ad oggi solo sulla carta:“Abbattere veramente le liste d’attesa? Si può, sfruttando una legge che marcia veloce verso il 30° compleanno ma che non conosce praticamente nessuno, operatori del servizio sanitario pubblico compresi. Permetterebbe al cittadino, quando il servizio pubblico non è in grado di garantire la tempistica indicata nella prescrizione, di fare gratuitamente visite ed esami nel pubblico, in regime intramurario, o nel privato, pagando solo il ticket, e nemmeno quello, se il richiedente è esente. Tutto sarebbe a carico della Regione, che dovrebbe rimborsare ai cittadini le somme eventualmente anticipate”.
La mozione presentata all’Ars
Per rispolverare la legge sepolta e semplificarne le procedure è stata, dunque, presentata una mozione all’Ars della quale Di paola è primo firmatario “La legge del 1998 – spiega Di Paola – è rimasta praticamente lettera morta non solo perché sconosciuta ai più, ma anche perché prevede meccanismi di rimborso farraginosi, che di fatto costringono quei pochi che la conoscono e che provano a trarne vantaggio a battere in ritirata. La procedura di rimborso, infatti, non è per nulla automatica, anzi. Il cittadino si trova a doversi sobbarcare una mole di pratiche assurde, come quella di dover dimostrare autonomamente che l’Asp non ha rispettato i tempi di attesa, circostanza pressoché impossibile da attestare perché i CUP raramente rilasciano un’attestazione formale dell’impossibilità di prenotazione”.
Una legge risolutiva ma costosa per la Regione
La mozione M5S impegna il governo a semplificare al massimo i meccanismi e ad avviare una capillare campagna di informazione diretta ai cittadini e agli operatori sanitari, per mettere questi ultimi nelle condizioni di guidare l’utente a orientarsi nella gestione dei rimborsi.
“Per la verità – sostiene Di Paola – noi vorremmo andare oltre. La nostra mozione, infatti, prevede che siano i privati a dover chiedere i rimborsi alla Regione, evitando al cittadino di dover anticipare qualsiasi somma, cosa che potrebbe anche costituire un problema per i meno abbienti”.
Il Parlamento chiamato ad un atto di coraggio
“Chi avrà il coraggio di bocciare la nostra mozione – conclude Di Paola – dovrà rispondere ai cittadini, stanchi di essere costretti ad aspettare mesi o, peggio, a dover rinunciare alle cure perché non possono permettersi di ricorrere al privato a pagamento per accelerare i tempi. È ora di dire basta allo sfascio della sanità e di dare una scossa a questo governo, attentissimo alle poltrone, molto meno ai bisogni del cittadino. Per questo domenica prossima scenderemo in piazza a Palermo assieme ad altre forze politiche, sindacati e associazioni. Il concentramento è previsto per le 16 30 a piazza del Parlamento per dirigerci in corteo a Piazza Bologni, dove, a partire dalle 17, sono previsti gli interventi dal palco. Ci sarà con noi anche il presidente Giuseppe Conte. Sono attesi pullman da tutti la Sicilia, chiunque ha a cuore la sanità è il benvenuto”.