Piano di rientro, no del Consiglio, scontro in aula sul caso Giarratana

Il piano di rientro dal disavanzo di amministrazione 2023, pari a circa un milione 600 mila è stato bocciato mercoledì sera dal consiglio comunale di Valguarnera.

Chi ha votato contro

Hanno detto “no” i consiglieri di opposizione che oggi costituiscono la maggioranza consiliare, Bruno, Greco, D’Angelo, Capuano e Speranza, a favore invece i consiglieri vicini al sindaco, Auzzino, Telaro, Scozzarella e Scarlata. Il ripiano così come il rendiconto finanziario 2023 era sotto la scure del commissario inviato dalla Regione Giovanni Coco, che qualche mese fa aveva approvato manu propria il rendiconto dopo il parere positivo del collegio dei revisori contabili ed il no del consiglio.

Le strade possibili

Adesso sul piano di rientro si ripete la stessa scena con due strade che possono essere percorse: o
viene approvato dal commissario come il rendiconto o ritorna nelle mani della Giunta per una rimodulazione. Ma a suonare tuttavia alle orecchie sono ancora gli ammonimenti del collegio dei revisori
allorquando dopo aver espresso favorevolmente il proprio sì per il rendiconto del 2023 raccomandarono alla Giunta di attivare “percorsi idonei anche con istituti straordinari al fine di scongiurare la formazione o peggio lo spostamento di disavanzi non più facilmente ripianabili o recuperabili in futuro”. E sono stati proprio questi i motivi, venuti fuori dal dibattito, che hanno indotto l’opposizione a votare contro, considerato che quelle raccomandazioni e quel percorso di rientro evidenziato dai revisori non sarebbe stato intrapreso minimamente. C’è da dire inoltre che resta in stand by pure il bilancio di previsione 2025-2027.

Draià sul caso Giarratana

Molto duri i commenti in aula. La sindaca Draià è un fiume in piena. Intanto dopo le illazioni di qualche consigliere inerente al caso Giarratana, ha detto che a giorni si recherà in Procura “perché- ha riferito- nel momento in cui si dice che possano paventarsi atti di corruzione, devo tutelate la mia immagine. Hanno trovato una persona che ha coraggio da vendere e non permetto a nessuno di fare accuse sulla mia persona. Sino adesso- continua- dopo oltre 10 anni che amministro non ho mai ricevuto da parte della Procura alcun avviso di qualsivoglia natura. Il fatto è che non accettano che una ragazza venuta dal nulla sia riuscita a trasformare questo paese. Io- continua- come qualcuno chiede non mi dimetto, se avete la forza di sfiduciarmi fatelo, sappiate in ogni caso che se ci sarà il 3^ mandato io mi ricandiderò a
sindaco e qualora non dovese esserci mi candiderò al consiglio comunale perché Francesca Draià non molla”.

Le stoccare di Bruno e D’Angelo

Angelo Bruno: “in consiglio comunale ho ribadito la mia preoccupazione per il disastro finanziario creato in questi anni. Non si può negare che la responsabilità di questa situazione è del sindaco Draià che detiene pure la delega al Bilancio ormai da anni. Non solo ci siamo trovati di fronte ad un ripiano di disavanzo di 1 milione e 600 mila euro ma anche ad una collezione infinita di commissariamenti regionali,
l’ultimo è arrivato in questi giorni sul rendiconto 2024, per non parlare dei tantissimi pareri negativi da parte del collegio dei revisori dei conti su bilanci e di altri documenti contabili. Ricordo che per il
2022 avevamo un deficit di 2 milioni e 800 mila euro che è stato diminuito solo grazie ai fondi di solidarietà per i Comuni erogati dallo Stato e non di certo dalla bravura dell’attuale compagine”.

Filippa D’Angelo fa una lunga disamina su fatti ed avvenimenti: “Non siamo mai stati coinvolti dal sindaco sulla drammaticità in cui versa l’Ente, né adesso né prima. Ha fatto sempre tutto da sola. Invece di
chiamarci ed invitarci a far fronte comune sulle numerose criticità, abbiamo sempre sentito da parte sua una difesa d’ufficio del proprio operato e delle accuse nei nostri confronti. Mi domando, non solo in
materia di bilancio di cui i fatti parlano da soli, ma anche su quanto sta succedendo oggi all’interno del nostro Ente ed in particolare all’interno dell’ufficio tecnico. Mi chiedo, erano così gravi i motivi per
i quali il sindaco revocasse l’incarico di responsabile all’ingegnere Giarratana ed i RUP di numerosi lavori per svariati milioni di euro firmati e mandati avanti dall’ingegnere (indagato come è noto dalla
Procura di Agrigento assieme ad altri coimputati in presunti giri di appalti e mazzette in quella provincia) anziché procedere alla sospensione? Cosa sta succedendo, mi chiedo ancora? Perché ha proceduto alla revoca? Mi auguro sinceramente e con tutto il cuore che il nostro Comune- conclude D’Angelo- ne esca indenne, perché nella eventualità, a pagare non sarebbero solo i responsabili, ma principalmente l’onorabilità del nostro Ente”.