Nella Sala Novelli del Complesso Monumentale normanno Guglielmo II, bene materiale Unesco, circa 100 opere di 60 artisti in programma dal 20 giugno all’8 dicembre.
“Questa mostra è importante per i nomi di artisti di grande richiamo, ed è una esposizione importante anche per la nostra Monreale, grazie all’intuizione del mio assessore, Fabrizio Lo Verso, che ha deciso di alzare notevolmente la qualità delle iniziative culturali all’interno della nostra città – ha dichiarato il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, che ha poi proseguito -. È anche il battesimo per la Sala Novelli, che ospita la mostra, uno spazio recuperato secondo il desiderio dell’amministrazione di utilizzare le sale all’interno del Complesso monumentale Guglielmo II, di bellezza rara, che devono essere rese fruibili al pubblico nel migliore dei modi”.
Tra le 46 città italiane riconosciute di antica ed affermata tradizione ceramica dal Consiglio Nazionale Ceramico del Mise, Monreale ospita la mostra Da Picasso a Warhol. La ceramica dei grandi artisti. La rassegna, promossa dal Comune di Monreale attraverso l’Assessorato ai Beni Culturali in collaborazione con la società produttrice Renaissance srl, è curata da Vincenzo Sanfo. L’esposizione, allestita nella Sala Novelli del Complesso Monumentale normanno Guglielmo II, che gode del patrocinio dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana), aprirà al pubblico il 20 giugno e sarà visitabile sino all’8 dicembre.
“Renaissance dopo una lunga esperienza di esposizioni all’estero, tra il Messico e gli Stati Uniti, e ritorna in Italia con una grande mostra partendo da una delle città culturalmente più importanti della Sicilia: Monreale – ha sottolineato Emanuele Lacagnina, produttore della mostra -. Abbiamo scelto di portare qui i più grandi artisti che si sono espressi anche attraverso la ceramica proprio perché Monreale è una delle 46 città che rappresenta la ceramica in Italia”.
La mostra presenta circa 100 opere realizzate da 60 artisti, provenienti da collezioni private, in ceramica, terracotta e porcellana, che prendono la forma di piatti, brocche, tazze, sculture e oggetti decorativi. La rassegna si presenta come una antologica senza confini né geografici né stilistici, che ripercorre l’approdo della ceramica, tradizionalmente collocata nel campo dell’artigianalità, al campo dell’arte e della sperimentazione linguistica. Si parte dalla svolta impressa da Pablo Picasso a metà del 1900, quando iniziò a frequentare Vallauris in Francia, avvicinandosi alla produzione della ceramica del luogo.
“L’idea di questa mostra nasce per raccontare l’avventura della ceramica, della terracotta, dell’oggetto ceramica attraverso l’arte del molto tempo; quindi, l’arte del Novecento – ha spiegato Vincenzo Sanfo, curatore dell’esposizione -. Partendo ovviamente dal grande maestro Picasso, colui che ha in qualche modo sdoganato e rivoluzionato l’idea di decorazione della ceramica. È proprio questo il senso di questa mostra, far vedere come artisti, a volte anche lontani dal nostro immaginario rispetto all’oggetto decorativo, ceramico, riescono a trasportare la ceramica in un modo più alto come Andy Warhol, che realizza la ceramica in tarda età, spinto da Rosenthal, o artisti di latitudini diverse, dalla Cina al Sud America, dall’Africa all’Italia e all’Europa”.
La grande produzione di ceramiche firmata da Picasso, per un totale di oltre tremila pezzi prodotti dalla fabbrica di Madoura in Costa Azzurra, influenzò, infatti, le generazioni successive di artisti abitualmente dediti ad altre forme di arte, come la pittura, quindi non ceramisti puri. Si va, così, dalle avanguardie storiche di Sonia Terk Delaunay e Marc Chagall, a quelle di Andy Warhol e di Salvador Dalì: il primo, con la rappresentazione delle inquietudini e ironie della cultura di massa della Pop Art, l’altro, con la rappresentazione del sogno surrealista trasferito nella ceramica.
Tra i differenti approcci all’arte fittile e della ceramica d’autore, Salvatore Fiume, Luigi Mainolfi, Marco Lodola e Marco Nereo Rotelli rappresentano, in questa mostra, la complessità della ricerca plastica italiana, mentre le esperienze femminili di Marina Abramović, Yayoi Kusama, Louise Bourgeois, Paola Gandolfi e Jenny Holzer testimoniano un approccio radicale, preciso e consapevole all’arte della ceramica, con precise connotazioni personali.
Diversi, in questa rassegna, gli artisti e le artiste che hanno conciliato la propria ricerca e il proprio stile con il radicamento territoriale, come espresso dai cinesi Ai Weiwei, Pan Lusheng, Zhang Hong Mei e Xu De Qi, ma anche dagli artisti sudamericani, come Nicolás Leiva, Darío Ortíz, Vik Muniz, che riattivano il mito e il simbolo nelle loro opere, rifacendosi alle antiche tradizioni Maya e Azteca, e Julio Le Parc che, invece, applica alla ceramica le sue ricerche sulla luce e percezione ottica.
Originale ancora, infine, il contributo proposto dagli artisti del Nord America, Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Sol LeWitt, che affrontano il medium ceramico come spazio di traduzione di una poetica già consolidata, i primi due nella Street Art, e LeWitt nell’arte concettuale e nel movimento minimalista.