Caso Rugolo, imputazione per diffamazione per 28

Il gip del Tribunale di Enna, Michele Martino Ravelli, ha firmato un’ordinanza di imputazione coatta nei confronti di 28 persone con l’accusa di diffamazione aggravata.

Il caso Rugolo

Tra questi compare Antonio Messina, l’archeologo ennese dalla cui denuncia è scaturita l’inchiesta della Procura di Enna su Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale su minori che è in attesa della sentenza dei giudici della Corte di Appello di Caltanissetta. Il fatto trae origine dai commenti sui social sulle cronache del giornalista Pippo Primavera in relazione alla vicenda di don Rugolo che, nella tesi del gip di Enna, sono di carattere diffamatorio ai danni del cronista.

La richiesta di archiviazione del pm

Non era di questo avviso il pm della Procura di Enna, che, invece, si era espresso per l’archiviazione nei confronti delle 28 persone. Il gip, non condividendo la linea del pubblico ministero, con l’imputazione coatta ha ordinato allo stesso rappresentante della pubblica accusa di formulare “l’imputazione nei confronti di tutti gli indagati” per il reato di diffamazione. Un passaggio che poi si tradurrà in un processo. Nei commenti sui social, secondo quanto riporta il giudice, non era indicato il nome del giornalista ma, nella considerazione dello stesso gip del Tribunale di Enna c’erano degli elementi che, in modo inequivocabile, lo identificavano.