Processo canonico a Rugolo, Camedda, “Messina ha avuto un ruolo”
Enna-Cronaca - 23/07/2025
Botta e risposta tra l’avvocato Gabriele Cantaro, legale della Curia di Piazza Armerina, e l’avvocato Alessandro Camedda, esperto in diritto canonico, consulente dell’archeologo ennese, Antonio Messina.
La vicenda
Al centro dello scontro tra i professionisti, c’è il procedimento canonico a carico di Giuseppe Rugolo (condannato a 3 anni per violenza sessuale a danno di minori in Appello) ridotto allo stato laicale dal Tribunale ecclesiastico. L’avvocato Cantaro, nei giorni scorsi, ha escluso l’estromissione dal processo canonico da parte del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana e della Diocesi, sconfessando quanto precedentemente aveva affermato l’avvocato Camedda, il quale nelle ore scorse ha controreplicato.
Le competenze
Nella sua nota, il consulente afferma che “ex art. 1 e 6 delle Norme sui delitti in materia riservata (Sacramentorum Sanctitatis Tutela), la competenza esclusiva per i delitti contra sextum cum minore, non è della Diocesi, come dallo stesso lasciato intendere, ma, bensì, la stessa è riservata solamente al Dicastero per la Dottrina della Fede, unica Autorità competente nella Chiesa a giudicare i casi di pedofilia posti in essere dai sacerdoti e a rilasciare la delega per lo svolgimento del conseguente procedimento giudiziale o amministrativo penale che, evidentemente, nel caso in specie non è stata concessa alla Diocesi di Piazza Armerina, tanto che, lo si ribadisce con forza, i Commissari incaricati sono tutte persone del Nord Italia e, comunque, la raccolta delle prove si è svolta in un contesto ben lontano dalla Diocesi suddetta, proprio per evitare il rischio di indebite interferenze”.
“Messina ha avuto un ruolo”
Inoltre, “sostenere, poi, che il Dottor Antonio Messina, e per ovvio riflesso professionale il sottoscritto, siano estranei, ovvero “non hanno avuto alcun ruolo” in questo procedimento, a fortiori, è privo di ogni fondamento: è proprio il Dottor Messina il primo accusatore di Don Giuseppe Rugolo, il quale è stato processato e condannato in Sede canonica proprio a fronte dell’indagine previa effettuata sulla base delle accuse a lui formulate dal medesimo denunciante! Dispiace constatare, sebbene in tale occasione ci si ritrovi solo in ambiti vicini, che ancora una volta si è percepita la poca vicinanza della Diocesi di Piazza Armerina nei confronti delle vittime di abusi, con particolare considerazione verso il Dottor Antonio Messina, e ciò nonostante l’impegno che si è voluto mostrare con la divulgazione della notizia della condanna”