Il libro sul delitto di Avetrana della giornalista ennese Petracalvina presentato a Siracusa

Da un lato una tragedia familiare, come se fosse stata scritta da un drammaturgo greco, dall’altro un gioco di maschere pirandelliane. E’ la vicenda di Avetrana, culminata nell’omicidio di Sarah Scazzi, raccontata nel libro della giornalista siciliana ed inviata della Rai, Ilenia Petracalvina, dal titolo “Il delitto di Avetrana tra verità e bugie” che è stato presentato nei giorni scorsi nei locali del circolo Unione di contrada Isola, zona balneare a sud di Siracusa.

Una drammatica vicenda

Si tratta di una delle storie di cronaca nera e giudiziaria più drammatiche ed al tempo stesso più note in Italia, capace per parecchie settimane di incollare i telespettatori sul divano per seguire i resoconti di quella tragedia, esplosa il 26 agosto del 2010 quando Sarah, appena 15enne, scomparve misteriosamente salvo poi essere trovata dentro un pozzo, senza vita, grazie alle indicazioni di Michele Misseri, lo zio della ragazzina, coinvolto nel delitto ideato e messo in atto dalla cugina di Sarah, Sabrina Misseri e dalla zia, Cosima Serrano, entrambe condannate in via definita all’ergastolo. Lo zio Michele, invece, ha rimediato 8 anni di pena che ha già finito di scontare ed è tornato nella casa dell’orrore dove la 15enne venne strangolata.

Il dibattito

Nel corso del dibattito, moderato dal giornalista e direttore di ViviEnna, Gaetano Scariolo, Ilenia Petracalvina ha raccontato il periodo trascorso, nelle vesti di inviata della Rai, nella casa della madre di Sarah, Concetta Serrano, in cui, giorno per giorno, emergeva un vorticoso labirinto di poche verità e molto bugie, frutto di rapporti familiari ormai marci, che sono stati tra le cause scatenanti di quell’efferato ed inspiegabile delitto, il cui movente è legato, come spiegato nelle motivazioni dei giudici, dalla gelosia di Sabrina, insofferente delle attenzioni del suo innamorato verso la cuginetta di 15 anni.

La giornalista scrittrice, durante la conversazione a cui hanno preso parte il presidente del circolo Unione, Gaetano Bordone, e Giovanni Di Lorenzo, socio del circolo e delegato del sindaco per il quartiere Neapolis, ha posto, però, l’accento sulla vita di Sarah, inghiottita dalla voracità del pubblico e dei media, come spesso capita in storie analoghe.

“Il libro celebra Sarah”

“E’ una storia – ha detto Ilenia Petracalvina – che si è conclusa con due ergastoli nel 2017 ma il libro celebra Sarah e la sua vita: spesso, in queste drammatiche vicende, ci si dimentica delle vittime che vanno in secondo piano. E’ una dinamica che si ripete periodicamente, come nel delitto di Garlasco in cui si parla di Alberto Stasi ma non di Chiara Poggi. L’idea era di mettere al centro Sarah che si è ritrovata strangolata e gettata in un pozzo, nuda, senza vita, per 42 giorni finché suo zio non ha portato a galla la verità. Ed il motivo? La gelosia della cugina ma è una drammatica storia di una famiglia che potrebbe somigliare ad altre”.

La famiglia matriarcale

Quella di Avetrana è una storia di una famiglia matriarcale: sono le donne le protagoniste di questa tragedia, come Ilenia Petracalvina ha avuto modo di appurare nei giorni in cui era in questo piccolo paese della Puglia, diventato anche luogo di macabro pellegrinaggio.

“Ho avuto la possibilità in quei 42 giorni di conoscere Concetta, la madre di Sarah e poi la  cugina, Sabrina e la zia Cosima: lavoravo come inviata della trasmissione l’Italia sul 2  e tutti i giorni stavo con loro.  Mi sono resa conto che Sabrina non era sincera, lo notavo per come si mordicchiava le labbra, Cosima parlava poco ma quando lo faceva entrava dritta, facendo male alla pancia mentre Concetta era spaurita, in mezzo a queste due donne, le artifici del delitto”.