Ippolito (Nidil Cgil Enna): “Riflettiamo perché fare lo sciopero il 12 dicembre”
Comunicati Stampa - 08/11/2025
“Un Paese che perde il lavoro perde la dignità” Oggi non possiamo più tacere.
Siamo arrivati a un punto in cui la dignità del lavoro — quel valore che ha costruito il nostro Paese — è stata calpestata. Gli stipendi sono fermi, mentre il costo della vita continua a salire. Le famiglie non riescono più a far quadrare i conti: lavorano, si sacrificano, eppure non basta. C’è chi deve scegliere tra pagare l’affitto o fare la spesa. C’è chi, pur avendo un contratto regolare, vive come se fosse disoccupato. Questa non è vita, è sopravvivenza.
I contratti atipici e la precarietà hanno distrutto ogni certezza. Si cambia lavoro ogni pochi mesi, senza garanzie, senza prospettive, senza futuro. Come si può costruire una famiglia, acquistare una casa, progettare la propria vita quando tutto è instabile? È inaccettabile che la normalità per tanti giovani e adulti sia vivere con l’ansia del “domani”.
E questa insicurezza economica ha un prezzo altissimo: stiamo tornando indietro di decenni. Quando manca il lavoro vero, quando manca la speranza, la criminalità organizzata rialza la testa.
Perché dove lo Stato non arriva, arrivano loro — a offrire “aiuto”, “sicurezza” e “reddito” in cambio di silenzio e obbedienza. È così che si distrugge una comunità, che si perde la libertà. Il cittadino, l’agente, il lavoratore, vuole solo una cosa semplice: i suoi diritti.
Vuole essere pagato in modo giusto, vivere del proprio lavoro, non dover mendicare ciò che gli spetta. E per questo, proclamare uno sciopero non è un gesto da deridere, ma un atto di dignità e di coraggio. Il 12 dicembre dobbiamo scendere tutti in piazza, uniti, per dare un segnale forte, chiaro, giusto. Perché insieme siamo una forza.
E Nidil-CGIL è pronta alla lotta, alla difesa di ogni singolo lavoratore, di ogni diritto, di ogni voce che troppo spesso viene ignorata.
Non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto. Rispetto per chi ogni giorno si alza, lavora, rischia, e tiene in piedi questo Paese mentre pochi, troppo pochi, vivono sulle spalle degli altri.
O si cambia rotta — subito — oppure continueremo a precipitare in una spirale di rabbia, ingiustizia e illegalità. Un Paese che non difende i suoi lavoratori non è un Paese libero. E noi, non vogliamo più restare in silenzio.
Rossana Ippolito
Segretaria Generale Provinciale Nidil-Cgil di Enna