La spallata a Schifani, Pd, M5S e La Vardera ci provano ma servono i voti del Centrodestra
news - 14/11/2025
Alla fine prevale la linea dura, quella proposta a gran voce dal Ismaele La Vardera. Quella per la quale 5 stelle e Pd si sentivano tirati per la giacca dalle esternazioni pubbliche dell’esponente di Contro Corrente.
“Da San Martino delle Scale arriva un messaggio netto: le opposizioni sono unite” si legge in una comunicazione ufficiale dopo la riunione iniziata ieri pomeriggio e terminata questa mattina. Secondo M5S, PD e Controcorrente, “il Presidente Schifani è fuggito dalle sue responsabilità, dopo aver riportato indietro la Sicilia con tre anni di scandali, mala gestione e spreco di risorse”.
Per questo motivo, le opposizioni annunciano la presentazione di una mozione di sfiducia firmata da tutti e 23 i deputati dei gruppi di minoranza. L’esito di questa mozione appare scontato anche alla base degli stessi partiti d’opposizione: non ci sono i numeri e raccattare altri 13 voti pe auto mandarsi a casa è cosa se non impossibile poco ci manca.
La richiesta di voti al centrodestra
I tre gruppi si rivolgono a tutti gli altri parlamentari regionali: “Mandiamo un messaggio chiaro: è il momento di mandare a casa il governo Schifani, che ha riportato in vita il cuffarismo come metodo di governo in tutta la macchina regionale, a partire dalla sanità”. Difficile, però, che quelli che su singoli provvedimenti hanno scelto di fare i Franchi tiratori, oggi possano decidere di rinunciare ad altri due anni di mandato coscienti, peraltro, che la rielezione non è assicurata a nessuno, ma proprio nessuno. E che chi dovesse unirsi ad una mozione di sfiducia può dimenticarsi anche la ricandidatura.
L’appello al cambiamento
“Siamo a un punto di svolta cruciale: chi sostiene la mozione sceglie di liberare questa terra; chi non la sosterrà, evidentemente, sceglierà di non farlo”. Le opposizioni ribadiscono che la Sicilia ha bisogno di una guida nuova, credibile e libera da ombre che ne rallentano sviluppo e dignità istituzionale. “È il momento della responsabilità — concludono — e della costruzione di un futuro diverso per la nostra regione”.
La linea discussa fino a metà mattina che portava ad una opposizione rigida fino al limite dell’ostruzionismo durante la trattazione della Legge di Stabilità alla fine è stata bocciata a vantaggio di una velleitaria linea di proposta di sfiducia. Un ruolo, oltre le pressioni di La Vardera ed il rischio di farsi superare a sinistra dall’ex Iena, lo ha avuto anche la spaccatura in due tronconi del Pd, da un lato agitatore della piazza e dall’altro promotore di opposizioni sui fatti in aula.