Il pestaggio a Calascibetta, parla il padre di un indagato: “Mio figlio ha difeso la vittima”
Calascibetta - 17/11/2025
“Mio figlio ha preso un pugno in volto per difendere il giovane ennese ma si ritrova indagato”. E’ lo sfogo amaro rilasciato a ViviEnna del genitore di un giovane coinvolto nell’indagine dei carabinieri sulla brutale aggressione avvenuta l’8 settembre scorso a Calascibetta a margine della Sagra della salsiccia ai danni di un 17enne ennese. Sarebbero 12 gli indagati in questa vicenda, sette dei quali sono stati querelati dalla famiglia della vittima dopo l’identificazione avvenuta grazie alle telecamere di sorveglianza della zona.
La testimonianza
“Proprio dalle immagini delle telecamere di sicurezza – racconta a ViviEnna il padre del ragazzo indagato – si vede chiaramente che mio figlio ha provato a proteggere il 17enne che conosceva di vista. E per farlo ha subito un colpo al viso”.
Il padre del giovane aggiunge un altro particolare in questa vicenda. “A quel punto, mio figlio è andato via, sparendo dalla scena, poi c’è stata una seconda aggressione ma lui non c’era più, per cui come è possibile che sia finito in questa indagine”?
Il sogno che rischia di infrangersi
Inoltre, il genitore svela che sta per infrangersi un sogno. “Mio figlio – prosegue il padre del ragazzo – vorrebbe entrare nella Guardia di finanza ma ci è stato detto che, con quel procedimento giudiziario, il rischio di non poter partecipare alle selezioni è elevatissimo. Mi chiedo se sia giusto, del resto se avesse preso parte al pestaggio, non ci sarebbe stato nulla da eccepire, invece si ritrova con un macigno sulle spalle senza aver commesso nulla”. L’uomo spiega anche che altri ragazzi, anch’essi tirati in ballo nell’indagine, non avrebbe partecipato al pestaggio.
Il vissuto delle famiglie
Nel suo racconto a ViviEnna, il padre del giovane svela anche i sentimenti vissuti in famiglia dopo l’esplosione del caso. “Abbiamo tenuto un atteggiamento prudente su quanto hanno raccontato i nostri ragazzi, insomma non gli abbiamo creduto in modo integrale, perché volevamo capire cosa davvero avessero fatto. E sono stati momenti complicati, come lo sono tutt’ora: siamo stati malissimo, subendo danni sia morali che di immagine”.