Spettacolo: teatro, musica e memoria nel nome di Domenico Danzuso
Comunicati Stampa - 17/12/2025
Nel Brancati di Catania la XXIV edizione del Premio dedicato al celebre critico. Tre riconoscimenti speciali al grande attore Tuccio Musumeci, alla dinastia teatrale Lo Giudice-Giordano-Torrisi e allo spettacolo del Teatro Stabile di Catania “Esercizi di stile”. Premiati anche la regista Cinzia Maccagnano, il flautista Salvatore Vella, all’attore Davide Sbrogiò e Filippo Arriva, giornalista, critico e drammaturgo. Borse di studio del Lions per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, e del Soroptimist e Cappellani per gli allievi del Conservatorio.
“Il teatro può tutto!”.
Le parole, ispirate e commosse, di un giovane di talento come Gianmarco Piccione attraversano con la forza di un’epifania la sala del Brancati di Catania, che ha ospitato la XXIV edizione del Premio intitolato al grande critico teatrale catanese Domenico Danzuso, appuntamento ormai centrale nel panorama culturale siciliano.
Sì, il teatro può tutto. È una profonda verità questo atto di fede di chi, il teatro, lo vive quale autentica militanza culturale e civile. Tanto più se a crederci è un trentenne innamorato dell’arte scenica, chiamato a raccogliere il testimone della dinastia teatrale che da generazioni intreccia i destini delle famiglie Lo Giudice – Lombardo – Torrisi.
L’onnipotenza dell’arte drammatica è del resto tangibile in una serata che dominata dal carisma di Tuccio Musumeci, insignito del Premio speciale “Una vita per la scena” in un’atmosfera deflagrata in un’incontenibile standing ovation. È commozione vera quella che serpeggia in sala durante la cerimonia seguita in diretta streaming da migliaia di appassionati.
Il riconoscimento viene consegnato dal sindaco Enrico Trantino, che celebra Musumeci come simbolo identitario della città e della cultura isolana, e dal giornalista Antonello Piraneo, direttore del quotidiano La Sicilia, che ha sottolineato la potenza evergreen di un istrione profondamente radicato nell’immaginario collettivo.
Ad aprire la serata, condotta con elegante sensibilità da Marina Cosentino, la proiezione del filmato dedicato a Musumeci: novantuno anni e ottanta di palcoscenico, rappresentando Catania e l’Isola nel mondo, mutandosi in maschera e mito con ruoli iconici, dal Pipino il breve di Tony Cucchiara al Micio Tempio di un autore versatile come Filippo Arriva, a ragione inserito quest’anno nella rosa dei premiati, molti dei quali interpreti di suoi testi, come ha ricordato Filippo Donzuso, presidente del Cda del Premio, nel consegnargli il simbolo disegnato da Gianni Latino, direttore dell’Accademia di Belle Arti.
Testimone attento della vita teatrale, musicale e coreutica, Arriva ha affiancato all’attività giornalistica una significativa produzione drammaturgica. E l’attrice Lydia Giordano ha dato voce per l’occasione al suo Stabat Mater in lingua siciliana, dando vita a una lettura intensa e raccolta, che ha consentito di trascorrere senza soluzione di continuità a un altro toccante momento, il Premio speciale alla famiglia Lo Giudice–Giordano–Torrisi, consegnato dal direttore del Quotidiano di Sicilia Carlo Alberto Tregua. Un tributo, in primo luogo alle indimenticabili sorelle Mariella e Silvana Lo Giudice, l’attrice e la danzatrice-coreografa, quest’ultima sposa dell’indomito patriarca Orazio Torrisi, attore, regista ma soprattutto direttore artistico di enti teatrali come lo Stabile etneo e il Brancati. Con lui sul palco le giovani generazioni: le figlie Silvia e Giorgia con il marito Gianmarco; e i figli di Mariella e Angelo Giordano, ovvero Lydia, Carlo e Barbara, quest’ultima intervenuta in collegamento, a ribadire come il teatro sia il più resistente baluardo della libertà, della democrazia. Una prospettiva in cui è facile riconoscere la lezione di Orazio Torrisi, per il quale il teatro è da sempre agorà di dialogo e confronto. Una dimensione – ha dichiarato – che il Premio Danzuso con il suo prestigio contribuisce ad esaltare.
Grande consenso anche per il Premio speciale allo spettacolo “Esercizi di stile”, tratto da Raymond Queneau, per la regia di Emanuela Pistone, in scena con Agostino Zumbo e Francesco Foti. Il riconoscimento, consegnato dal presidente del premio Giuseppe Lazzaro Danzuso, intende valorizzare un lavoro che dopo il debutto al Teatro Stabile di Catania – ha sottolineato in una nota la presidente Rita Gari – ha conquistato le scene di tutta Italia, affermando il valore della parola come gioco, pensiero e intelligenza scenica.
Il vicepresidente del Cda dello Stabile etneo Carlo Zimbone ha poi conferito il riconoscimento alla regista Cinzia Maccagnano, a sottolineare ricerca artistica coerente e profondamente umana, capace di rinnovare i classici e affrontare testi contemporanei con una poetica riconoscibile.
Per la musica è il Danzuso andato al virtuoso Salvatore Vella, primo flauto dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini, che lo ha ricevuto dal sovrintendente del Teatro Bellini Giovanni Cultrera e dal presidente del Conservatorio Bellini Carmelo Galati. La successiva esibizione ha confermato l’eccellenza di un artista di livello internazionale che ha contribuito in misura importante alla crescita musicale della città.
Ampio spazio anche alla formazione: la borsa di studio del Lions Club Catania Host è stata consegnata dal presidente Gaetano Aloisi allo studente Frederic Touzerie dell’Accademia di Belle Arti di Catania. E una seconda borsa di studio è stata consegnata a un quintetto di fiati del Conservatorio Bellini dalla presidente del Soroptimist Giovanna Brullo e da Attilio Cappellani della storica ditta di Strumenti Musicali, seguita dall’esibizione dei giovani musicisti.
Infine, il vicesegretario regionale di Assostampa Filippo Romeo ha premiato l’attore Davide Sbrogiò, che in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Fava, ha letto un intenso brano del giornalista vittima della mafia, offrendo una dichiarazione d’amore a Catania che ha suggellato il senso più profondo della manifestazione.
Tra memoria e futuro, il Premio Domenico Danzuso si avvia così al venticinquennale del 2026 confermandosi luogo d’incontro di arti e linguaggi, nel segno di una cultura viva e condivisa. Un patto tra generazioni unite da un medesimo credo: il teatro può veramente tutto.
GLI ENTI PROMOTORI
Subito dopo la scomparsa di Danzuso, nel dicembre 2000, nacque il Premio a lui dedicato, su iniziativa del compianto Tony Maugeri, all’epoca presidente della Scam. Un’iniziativa via via cresciuta anche grazie all’apporto della moglie del critico, Lina Polizzi, scomparsa lo scorso anno. E con il sostegno di importanti istituzioni, a cominciare dal Comune di Catania, che da anni concede alla manifestazione il proprio patrocinio. Gli enti promotori sono realtà eccellenti: il Teatro Massimo Bellini, lo Stabile di Catania, il Brancati e il Teatro della Città, il Conservatorio Bellini, la citata Società Catanese Amici della Musica, l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, l’Accademia di Belle Arti etnea, il Lions Catania Host, il Soroptimist, l’Assostampa e naturalmente La Sicilia, il giornale su cui scriveva Danzuso, e il Quotidiano di Sicilia con la Fondazione Marilù Tregua.
DOMENICO DANZUSO
Nato il 4 febbraio del 1922 e scomparso il 3 dicembre del 2000, è stato per cinquant’anni uno dei più stimatici critici italiani, insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui quelli intitolati a Ennio Flaiano e Salvo Randone e la Lente d’oro. Danzuso ha inoltre firmato con Giovanni Idonea alcuni tra i più importanti contributi sulla storia teatrale etnea, come il libro “Musica, musicisti e teatri a Catania”. È stato anche docente di Storia dello spettacolo dell’Accademia di Belle Arti, consigliere d’Amministrazione dell’Istituto Bellini, oggi Conservatorio, proboviro dell’Assostampa, socio del Lions e della Scam.
L’ALBO D’ORO
Nell’albo d’oro del Premio Danzuso, tanti personaggi-simbolo del mondo dello spettacolo e della cultura, da Pippo Baudo ad Andrea Camilleri, a Roberto Andò, alla gloriosa famiglia teatrale Ferro-Carrara. E poi interpreti prestigiosi della prosa e del cinema, da Gabriele Lavia a Mariano Rigillo, da Pino Micol a Vincenzo Pirrotta, da Luca Lazzareschi a Sebastiano Lo Monaco, da Lucia Poli ad Anna Foglietta. E ancora i grandi interpreti della nostra tradizione teatrale, da Leo Gullotta a Marcello Perracchio, da Romano Bernardi e Alessandra Cacialli a Gilberto Idonea e Nellina Laganà, da Mimmo Mignemi a Fulvio D’Angelo, da Guia Ielo ad Alessandra Costanzo, da Graziana Maniscalco ad Egle Doria, da Gianpaolo Romania a Elaine Bonsangue, a Luana Rondinelli, al Gruppo Teatro Maria Campagna, che ha ricevuto lo scorso anno uno speciale tributo. E ancora da Gino Astorina a Barbara Giordano, senza contare personalità che hanno segnato e segnano anche il cinema e la tv, come Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro, Barbara Tabita, Giovanni Calcagno, Manuela Ventura e David Coco. E poi scenografi come Roberto Laganà, Angela Gallaro e Antonino Viola, coreografi come Silvana Lo Giudice, danzatori come Roberto Zappalà, premiato con la moglie Maria Inguscio, pupari come i Fratelli Napoli, la cantattrice Anna Malvica, il regista Giuseppe Dipasquale, il regista di spettacoli di marionette Alfredo Guglielmino, il regista Gianni Scuto, l’attore, cantante, regista e autore Angelo Tosto, Luigi Tabita, anche lui attore e regista, e ancora la Scuola di Giocoleria di Gammazita e il NeonTeatro, meravigliosa compagnia che si avvale anche di autori, attori, cantanti diversamente abili. Tecnici come il decano dei light designer Franco Buzzanca e Gaetano La Mela. Nomi altisonanti anche in campo musicale, per esempio i pianisti Francesco Nicolosi, Giovanni Cultrera, Epifanio Comis, Ketty Teriaca, Giulia Gangi, Giuseppina Maria Sangiorgio e Giuseppe Guarrera, il direttore d’orchestra Fabrizio Maria Carminati, ma anche Nino Lombardo, Pippo Russo e il cantautore Vincenzo Spampinato. E poi il violoncellista Wladimir Pavlov, il violinista Vito Imperato, il flautista Giovanni Roselli, il pianista Alberto Ferro, il contrabbassista Nicola Malagugini e la Junior Orchestra TVB. Tra i cantanti, i tenori Fabio Armiliato e Danilo Formaggia, i bassi Simone Alaimo e Carlo Colombara, i baritoni Corrado Cappotta, Francesco Verna, Omar Montanari e Graziano D’Urso. E poi i soprani Anastasia Boldyreva, Donata D’Annunzio Lombardi, Micaela Carosi, Emilia Falcaru, Clara Polito, Laura Giordano, Serena Daolio e Daniela Schillaci e i mezzosoprani José Maria Lo Monaco e Sonia Fortunato.
Lustro al premio hanno dato poi personaggi del mondo della cultura come il musicologo Domenico De Meo, i critici Maricla Boggio, Giorgio Gualerzi, Italo Moscati, Aldo Mattina, Emilia Costantini, Totò Rizzo, Carmelita Celi e Maria Lombardo, gli operatori culturali Peppino Ortoleva e Virgilio Piccari e lo storico del cinema Sebastiano Gesù. E Nerina Chiarenza, pittrice di carretti siciliani, nonché Gianni Latino tra le maggiori personalità italiane del Graphic Design.
DIDASCALIE
Le foto sono di Dino Stornello
a – Tuccio Musumeci, Marina Cosentino, il sindaco di Catania Enrico Trantino e il direttore de La Sicilia Antonello Piraneo
b – La consegna dei riconoscimenti a Filippo Arriva, Salvatore Vella e Cinzia Maccagnano
c – La Famiglia Lo Giudice – Giordano – Torrisi, “Esercizi di stile”, le borse di studio ad allievi dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio e Davide Sbrogiò
d – Tra le esibizioni più apprezzate, quella del flautista Salvatore Vella
e – L’omaggio a Pippo Fava, di cui ricorre il centenario della nascita, da parte di Davide Sbrogiò


