Lo spopolamento delle Aree interne, la mancanza di strategia politica per invertire la rotta
Enna-Cronaca - 21/12/2025
Il declino demografico della provincia di Enna è iniziato nel 1921, anno in cui è stato raggiunto il picco massimo di popolazione con 272.671 residenti. Da quel momento, salvo una breve ripresa negli anni ‘50, la provincia ha intrapreso una parabola discendente che si è aggravata drasticamente negli ultimi decenni.
Le tappe principali del calo demografico
Dopo il massimo storico del 1921, la popolazione è scesa a circa 218.000 abitanti nel 1936. Una leggera ripresa si è registrata solo nel 1951, con 242.675 residenti, seguito da una diminuzione costante e ininterrotta ad ogni censimento successivo. Tra il 2002 e il 2025, la provincia ha perso oltre 28.000 abitanti, passando da 176.965 a circa 148.784 residenti.
La situazione attuale
I dati più recenti dell’ottobre 2025 indicano un peggioramento del saldo migratorio e un forte aumento dell’indice di vecchiaia. La provincia è stata segnalata tra le peggiori d’Italia per calo di popolazione, con una flessione del 9,6% registrata già nel triennio precedente.
La questione delle aree interne
Se Sparta piange Atene non ride! Dati ancora peggiori si registrano nella consorella provincia di Caltanissetta, anch’essa colpita da un drammatico spopolamento come denunciato nei giorni scorsi da Cosimo Lorina, titolare di una merceria storica nel cuore della città.
Se questa è la realtà, la cui dinamiche risentono di fattori geo-economici che sfuggono alla disponibilità delle comunità locali, la domanda a cui non ha saputo rispondere neanche la Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) è chiara e netta: cosa possono fare le classi dirigenti locali per arginare un siffatto fenomeno?
La strategia attrattiva
Al netto di slogan e frasi fatte, che nella maggior parte dei casi appaiono prive di contenuti, ogni ipotesi seria di strategia territoriale si fonda sul tentativo di attrarre risorse umane e risorse economiche dall’esterno in modo stabile. Cioè, mettere in campo politiche pubbliche capaci di aumentare il livello di attrattività di tali risorse e generare processi moltiplicatori di sistema per trarne vantaggio.
Il silenzio delle forze politiche
Un esempio plastico è rappresentato dall’Università Kore, unico polmone attrattivo di risorse economiche ed umane generato nel territorio della provincia di Enna negli ultimi decenni. Eppure nonostante la UniKore, per ampiezza e varietà dell’offerta formativa (tra cui più recentemente anche l’attivazione dei corsi di laurea per le professioni sanitarie) sia seconda solo all’UniCattolica, tra le università non statali, nessuno ha ancora pensato di progettare una “Road map” né, tanto meno, lo stanno facendo le forze politiche che sono chiamate a proporre candidati e programmi elettorali per la prossima primavera. Una sorta di inconsapevole leggerezza della politica che finisce per spegnere ogni timido entusiasmo.