Enna. L’assessore al verde pubblico come le tre scimmie: non vede, non sente, non parla…

Anche se i lavori di pulizia e di eliminazione delle erbacce in città sono iniziati da mesi, sono ancora molte le zone che versano in uno stato di particolare degrado. A puntare il dito, attraversoanche alcune foto, contro gli interventi finora fatti dall’amministrazione è l’ex consigliere comunale e compagno di partito dell’assessore al verde, Tanino La Martina che tuona: “L’assessore al verde pubblico, Luigi Savarese, non vede il degrado in cui è piombata tutta la città, ormai letteralmente sommersa da erbacce e sporcizia. Basta girare un pò per le strade per rendersene conto. Non vede, neanche, il degrado in cui versa il cimitero, luogo di rispetto, perchè lì riposano i nostri cari defunti. E ancora non vede in quale stato di abbandono si è ridotta la zona intorno alla scuola elementare del IV circolo di Enna Bassa. L’erbacce –rileva La Martina- hanno raggiunto l’altezza di circa 2,5 metri. Non vede il degrado della via Trieste, della via Coppola e tantissime altre zone del centro storico e di Enna Bassa, già segnalate con diversi articoli sul giornale. Non sente, nè le lagnanze, nè tantomeno i suggerimenti, che umilmente dovrebbe attenzionare.
Invece, l’Assessore se ne infischia perchè magari è convinto che la sua missione è quella di fare crescere l’erba alta e bella, anzichè provvedere ad eliminarla. Non parla, perchè evidentemente non ha argomenti validi su cui discutere e altrettanto giustificazioni per poter contobbattere. Allora –aggiunge provocatoriamente La Martina-, se è vero che esiste ancora l’istituto delle dimissioni, l’assessore Savarese, di fronte all’incapacità o alla impossibilità di ben amministrare la comunità, dovrebbe avere il coraggio (e se non ce l’ha se lo faccia venire) di compiere un gesto di grande eroismo: rassegnare immediatamente le dimissioni. Sarebbe un gesto utile a dipanare dubbi e ombre che possono offuscare l’immagine di una persona per bene, che ha il dovere di dimostrare all’opnione pubblica di avere a cuore la propria città prima ancora della poltrona istituzionale che occupa”.

Giacomo Lisacchi