Enna: La favola del ‘Belvedere’

Enna 18/01/07 – Un antico “Belvedere”, così chiamato perché affacciandosi dalla sua balaustra, si poteva ammirare quasi tutta la Sicilia, rimanendo incantati da tanta bellezza; nel mese di giugno si sentiva arrivare, dai campi, l’odore del fieno appena mietuto e, nel mese di maggio, l’odore dolciastro delle ginestre fiorite inebriava gli animi di chi passeggiava lungo i viali.
Nel periodo estivo, era “infestato” da bambini di tutte le età, che correvano, giocavano, si nascondevano liberi e tranquilli; nessun motorino osava rompere tale tranquillità, il passaggio delle auto era inibito e non esisteva alcun garage pubblico sul grande piazzale su cui si affacciava il vecchio Palazzo “Grimaldi”.
Le mamme e le “tate”, ospiti dell’Albergo Belvedere assieme ai loro padroni, portavano a spasso i più piccolini, nelle prime ore del mattino, quando la calura ancora non si faceva sentire ed i grandi alberi ombreggiavano i viali.
Nelle serate estive, era un “rito”, mandare ogni sera, dopo le 8,30 i figlioli più grandi ad occupare i sedili, poi arrivavano le famiglie al completo che sedute sotto i grandi alberi passavano le ore a chiacchierare con i vicini mangiando noccioline e semenze.

Nella piazza Vittorio Emanuele la banda cittadina suonava pezzi di musica lirica o semplici ballabili, alcune famiglie sedevano nei tavoli che il vecchio Caffè “Marro” disponeva sulla piazza, ad ascoltare la musica e mangiare l’ascaretto o la cassata siciliana.
I piccoli giocavano a nascondino, a mosca cieca, a bella che dormi, ecc. ; i giovanetti erano presi dai primi amori, quanti fidanzamenti, poi sfociati in matrimoni, sono nati durante le passeggiate al Belvedere.
Ma il Belvedere per antonomasia era “L’Albergo Belvedere”, uno dei più bei gioielli in stile liberty presenti nella provincia. Le sue camere erano splendide ed hanno ospitato molti personaggi della nobiltà siciliana e palermitana in particolare. Venivano per trascorrere l’estate a godere dell’aria fresca e del panorama che madre natura aveva regalato ad Enna.

Alcuni anziani, ricordano ancora gli splendidi balli organizzati nei saloni dell’Albergo, dove dame in abito da sera ed uomini in smoking danzavano fino a notte fonda.
La camera da letto approntata per ospitare il Re Umberto, non è mai stata utilizzata ed è rimasta ad aspettare che qualcuno, degno di lei, dormisse su quei morbidi materassi, ma non è mai successo. Anzi, è successo tutto il contrario!!

Sempre quei famosi mostriciattoli che vivevano all’interno delle caverne scavate nelle rocce di tufo, erano troppo invidiosi, loro brutti, sgorbi, con grossi nasi e strani cappelli, non avrebbero mai potuto passeggiare lungo i viali del Belvedere e, tanto meno gustare dei gelati o ascoltare della buona musica, perché i loro occhi e le loro orecchie non erano abituati a tanto.
Men che mai, brutti com’erano, sarebbero potuti andare a danzare nei saloni dell’Albergo Belvedere, ed ancora una volta si coalizzarono contro la città.

Per onor del vero, bisogna dire che un grosso aiuto gli venne dall’avvento della televisione che, da strumento di comunicazione si è trasformato in strumento d’isolamento.
Pian piano le passeggiate serali finirono, la banda cittadina non suonò più, è rimasto soltanto “l’ascaretto” per i pochi amatori.

Era logico che quei brutti mostri, avendo raggiunto, indirettamente un primo traguardo, cercassero di distruggere l’Albergo.
La cosa non fu difficile, bastava creare un altro albergo che facesse concorrenza al primo, ed ecco fatto, sorge l’Albergo Sicilia, ubicato nel bel mezzo di un piccolo parco comunale, furono tagliati alberi secolari, roseti e tutto quanto vi era di bello. L’Albergo sorse come un brutto fungo, tra la Chiesa di S. Chiara, il Convento delle Benedettine e di fronte al Palazzo Chiaramente .
Anche questo Albergo, fa parte del sacco di Enna degli anni 60.

I vecchi clienti dell’Albergo Belvedere, preferirono soggiornare nel nuovo albergo e, così pian piano il “Belvedere” perdette di tono, le manutenzioni non vennnero più eseguite e la proprietà decise di vendere.
Il vecchio Albergo “Belvedere”, con tutta la sua storia, Chiude. Gli uomini malvagi hanno raggiunto il loro scopo.

Che pena, per chi ha vissuto gli anni migliori in questo nostro paese ormai distrutto e forse senza più alcuna speranza.

Una possibilità l’Albergo, per antonomasia, l’avrebbe potuta avere, essere trasformato in Rettorato per l’Università KORE.

Tutte le città sedi universitarie hanno mantenuto o ubicato i locali da adibire a sede di segreteria, di Aula Magna, o ad alcune facoltà, nel centro cittadino utilizzando i palazzi più prestigiosi.

Le sale dell’Albergo, avrebbero potuto rivivere, le sue camere si sarebbero svuotate di letti, ma riempite di libri, i saloni avrebbero ospitato l’Aula Magna dove i giovani laureandi e le loro famiglie avrebbero potuto ammirare gli antichi specchi e le splendide vetrate, oltre ad un panorama fantastico. Alcune camere si sarebbero potute utilizzare quale foresteria per i Professori, riducendo le spese di soggiorno per l’Università.

Sapete cosa sarebbe significato?

I Professori, anziché fare toccata e fuga all’Albergo Sicilia, avrebbero avuto il tempo per muoversi, a piedi, lungo la via Roma, pranzare, fare degli acquisti; lo stesso dicasi per gli alunni e per le famiglie degli alunni. Il centro storico avrebbe ripreso a vivere, le abitazioni chiuse si sarebbero riaperte, i negozianti avrebbero tirato un respiro di sollievo ed intorno sarebbe potuto nascere tutto un indotto.

Ma questo non va bene, gli uomini malvagi devono portare soltanto distruzione.

Pasquino