Enna. Dipartimento veterinaria in lotta contro la brucellosi e tubercolosi, 6 casi hanno infettato l’uomo

Enna. Grido di allarme e di preoccupazione viene lanciato da capo del Dipartimento di Veterinaria dell’Azienda Sanitaria , Ireneo Sferrazza, per il propagarsi della tubercolosi e brucellosi negli allevamenti del territorio, nonostante i continui, quasi mensili, controlli che effettuano i veterinari, dall’inizio della campagna di prevenzione ,partita del 2009 e che ha dato sorprendenti risultati. Il grido di allarme è stato rivolto principalmente alle amministrazioni comunali dei venti comuni dell’ennese affinché collaborino nelle individuazione di quegli allevamenti che si trovano a rischio per bloccarne la espansione ed evitare i contagi con altri allevamenti e poi proporre delle “quarantene del loro territorio” sempre per difendere quegli allevamenti che sono “non infetti”. La campagna anti brucellosi ed tubercolosi partita nel 2009 è stata molto efficace tanto è vero che si è partiti con 500 allevamenti per oggi ridursi a 30. “Il nostro problema è che nonostante la continua osservanza degli allevamenti – dichiara Ireneo Sferrazza – grazie ad un protocollo d’intesa con la Provincia regionale e la Regione Siciliana non riusciamo a sdradicare completamente queste malattie. Facciamo controlli quasi mensili ed in qualche caso torniamo improvvisamente la seconda volta, controlli genetici ci troviamo ad avere degli allevamenti infetti. Ci troviamo ad avere allevatori che avevano 150 animali ed ora se ne trovano ad averne 800 e molti infetti. La maggior parte degli allevatori collaborano con i nostri veterinari per gli accertamenti, ma qualche volta ci troviamo scoperti nonostante il protocollo d’intesa nostro è stato ritenuto tra i migliori, tanto da essere sposato da altre regioni”. Intanto questi continui controlli hanno consentito di scoprire in un allevamento tra Barrafranca e Piazza Armerina che improvvisamente si è infettato e ne abbiamo cercato la causa ed al sindaco abbiamo inviato la procedura di distruzione con spese a carico; due allevamenti di Barrafranca si sono ritrovate 600 pecore che non erano state mai controllate ed erano infette con produzione di latte che veniva affidato ad un caseificio di fuori provincia. Le 600 pecore che mancavano di microcip sono stati messi sotto osservazione. Ovviamente gli allevamenti sono stati bloccati ed è stata avvertita l’amministrazione comunale con la messa in quarantena del territorio. “Il nostro sistema di rilevamento – prosegue il dottor Sferrazza – è tra i più efficaci esistenti in Europa, possiamo controlla la situazione a distanza perché abbiamo la mappatura di tutti gli allevamenti del nostro territorio e possiamo intervenire con effetto immediato. Ecco perché chiediamo una collaborazione ai sindaci perché con la quarantena del territorio possiamo consentire interventi mirati per ripulire i nostri allevamenti da possibili focolai della malattia perché abbiamo un’efficienza veterinaria sicuramente tra le migliori d’Italia. Il nostro obiettivo è quello di consentirci di risanare o in casi estremi macellare. Bisogna stare attenti a quegli allevamenti che si avvicinano ai corsi d’acqua, lì può avvenire l’infezione e questo bisogna evitarlo. Ecco perché chiediamo collaborazione a quegli allevatori che hanno allevamenti integri e alle amministrazioni comunali di essere inflessibili in questo campo se vogliono tranquillità che i prodotti siano netti. I nostri sono controlli continui, ossessivi per la loro efficacia, soli così abbiamo potuto contenere il fenomeno. Ci sono stati solo 6 casi di brucellosi che hanno infettato l’uomo. I sindaci devono capire che se collaborano assieme agli allevatori la brucellosi, la tubercolosi, e lo abbiamo dimostrato, possono essere debellate,con l’impiego di ingenti risorse da parte dell’Azienda sanitaria che ci tiene ad avere allevamenti sani.Qui bisogna evitare che allevatori maldestri rovinano i nostri prodotti. Devono rendersi conto che noi con i nostri veterinari facciamo da 11 a 12 controlli l’anno negli allevamenti ”.

Ed a Leonforte ancora un’ordinanza sindacale di sequestro di un’azienda di contrada Bosco Rotondo Manca Pergola, a causa di accertata presenza di tubercolosi nell’allevamento bovino. Il sindaco accertata l’esistenza di un focolaio di tubercolosi nell’ allevamento condotto da I. S. M., ha disposto il sequestro di tutti i bovini e le specie sensibili presenti in azienda.