Aidone. Processo d’appello operazione ‘Nerone’ confermate tutte e cinque le condanne di primo grado
Enna-Cronaca - 10/12/2012
Processo d’appello Nerone alle ultime battute, ed il pg Ferdinando Asaro ha chiesto di confermare tutte e cinque le condanne di primo grado, da sei a undici anni, per associazione mafiosa, estorsione e gioco d’azzardo. Il processo vede alla sbarra il presunto clan capeggiato da Vincenzo Scivoli, il pregiudicato aidonese, arrestato a febbraio dello scorso anno, che pare, secondo le indagini, sia “incline a metodi sbrigativi di coercizione pur di ottenere i soldi da parte delle imprese”, arrestato a febbraio dell’anno scorso. Da domani riprendono le arringhe. Il processo di primo grado portò a cinque condanne pesanti per i protagonisti di questa vicenda. La sentenza d’appello è attesa per metà gennaio, dopo che la settimana scorsa c’è stata l’arringa del difensore di Scivoli, il penalista ennese Gabriele Cantaro, che assiste pure la compagna di Scivoli, Elena Caruso, condannata in primo grado a 6 anni per estorsione, ma assolta dall’accusa di mafia; domani ci sarà l’arringa dell’avvocato Sinuhe Curcuraci, difensore di Ivano Antonio Di Marco, originario di Raddusa, che in primo grado è stato condannato a 9 anni ed è accusato di associazione mafiosa oltre a gioco d’azzardo. A gennaio sono in programma le arringhe dell’avvocato Antonio Impellizzeri, difensore di Riccardo Abati, che in primo grado fu condannato a 11 anni e 8 mesi; e dell’avvocato Carmelo Lombardo, difensore di Marco Gimmillaro, condannato a 6 anni, ma gli venne escluso ogni possibile coinvolgimento in attività mafiose. Secondo la squadra mobile, che ha svolto accurate indagini, dirette dal dirigente Giovanni Cuciti, avrebbe operato ad Aidone un’organizzazione criminale dedita alle estorsioni e collegata a Cosa Nostra, capeggiata da Vincenzo Scivoli, che in primo grado fu condannato a 10 anni e 10 mesi per associazione mafiosa e estorsione e che veniva ritenuto dagli agenti della Mobile il coordinatore delle attività estorsive.