Sicilia. Confronto e partecipazione, vitali per la CISL
Enna-Cronaca - 30/01/2013
Il 29 dicembre 2012 ancora non era scoppiato il caso dei trasferimenti in massa del personale della Regione, né il resto. La Cisl con una lettera aperta aveva offerto al presidente Crocetta la collaborazione e una serie di proposte per incidere concretamente sul cambiamento della mostruosa macchina amministrativa. Abbiamo offerto, ripeto offerto, non richiesto qualcosa. La Cisl siciliana, quella che dirigo da quasi cinque anni, ha sempre mantenuto con coraggio e onestà intellettuale un senso civico che nella politica siciliana ancora non vedo. Da tempo la nostra azione, in Sicilia, si muove superando e lasciandosi alle spalle sia i “fasti” del consociativismo creatore del debito più folle del Paese, che la ritualità ripetitiva, vuota e qualche volta strumentale, della concertazione. In tutto quello che abbiamo fatto e detto in questi anni di dura crisi, emerge sempre la volontà della Cisl di partecipare ai processi che possano determinare sviluppo e creazione di reddito. Siamo ben oltre un arroccamento sindacale in difesa dell’esistente. Dall’eliminazione di ogni forma di intermediazione della politica nei fatti economici e nella gestione, alla legalità e trasparenza, alla liberazione dalla burocrazia come strumento di abuso, ricatto ed estorsione. Ma soprattutto la Cisl, senza condizionamenti ideologici, ha orientato la propria azione di proposta e offerta di soluzioni, consapevole che in Sicilia, per avviare sviluppo e reddito, bisogna dare centralità all’impresa. L’impresa vera, legale e non speculativa, quale soggetto che fa investimenti produttivi, economici e privati, che vanno sostenuti e incoraggiati. In poche parole, siamo oltre la concertazione come potere di veto e il consociativismo come prassi di scambio sul terreno della gestione (solo Crocetta fa finta di non sapere che la “mia” Cisl è volontariamente e completamente uscita dalla gestione dello Ial). Siamo per la partecipazione, ma per poterla esercitare senza pretese di ritorno di scambio è necessario il confronto. Un confronto su obiettivi precisi e fissando tempi~ predeterminati di decisione per evitare improprie rendite di posizione e di veto da parte di qualcuno. Partecipazione e confronto, per un sindacato libero come la Cisl, sono le condizioni che giustificano la propria azione ed esistenza come rappresentanza di interessi sociali. Senza confronto la Cisl è come una persona senz’aria. Solo nel confronto, che finora ci è sempre stato negato dal governo Crocetta, si può verificare se un sindacato resiste al cambiamento o opera con spirito di innovazione offrendo percorsi che rendono più certo l’obiettivo~ di raggiungere i risultati voluti. La Cisl ha sempre proposto idee e soluzioni innovative nell’interesse generale. Ma l’interesse generale può essere condiviso, senza strappi e tensioni, se sono espliciti gli obiettivi e i percorsi per perseguirlo. Altrimenti registreremo solo improvvisazione, parzialità, forzature e disparità che in uno Stato di diritto e di regole rischiano di~ inficiare e bloccare ogni cambiamento. Aldilà e nonostante le buone intenzioni annunciate e manifestate.
Spiace che la Cisl siciliana sia giudicata talora come sindacato che vuole “restaurare” vecchi poteri per privilegi e benefici che non pensiamo minimamente di perseguire. Senza presunzione, credo che nessuno possa annoverarci tra i tanti strumentali conservatori che cercano di mantenere potere trascinandosi tra concertazione e consociativismo. Cerchiamo e perseguiamo spazi di partecipazione perché siamo convinti che una società complessa come la nostra, flagellata da una recessione senza fine, per svilupparsi economicamente deve liberarsi di vecchie zavorre imboccando percorsi di coinvolgimento civile. Uno spazio di impegno e di condivisione di responsabilità che la nostra politica ignora~ volutamente per non perdere spazi di intermediazione su tutta l’economia e la società perché, ancora, mira a nutrirsene per riprodurre il proprio potere senza assunzioni di responsabilità verso la comunità.
La reazione e le critiche della Cisl siciliana al metodo del presidente Crocetta di questi giorni, sempre motivati con argomentazioni propositive, ribadiscono la richiesta di uno spazio e ruolo di partecipazione per contribuire a liberare la Sicilia dal sottosviluppo e dalla inciviltà del rapporto soffocante che persiste tra politica e società. Una liberazione che la Sicilia non vedrà mai se ogni governo deve sempre rincorrere i ripetuti sentieri del passato per raggiungere la fatidica quota 46 all’Assemblea regionale siciliana. La Cisl si sarebbe aspettata che questo nuovo governo regionale, a cui abbiamo riconosciuto una volontà di cambiamento e discontinuità, avesse compreso che la valorizzazione del confronto sociale sulla priorità dello sviluppo e dell’emergenza economica è utile, strategico e necessario quanto la rincorsa logorante di deputati di ogni specie e stagione politica. Senza reale partecipazione non può esserci vero cambiamento. Solo questo persegue la Cisl. In Sicilia e nel Paese.