Enna. “Patenti facili” sarebbero 4 i funzioni indagati della Motorizzazione Civile

Enna. Nell’ennesima operazione “patenti facili”, effettuata dagli agenti della squadra Mobile, diretti dal vice questore Giovanni Cuciti, e collaborati dai colleghi dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, ci sono ancora 40 fascicoli da esaminare di soggetti che hanno acquisito la patente, grazie alla presentazione di “un esperto scelto dalle autoscuole incriminate, per cui è possibile che ci siano altre indagini che consentano di chiarire tutta la vicenda che si trascina da qualche anno. Intanto ci sono quattro indagati dell’Ufficio della Motorizzazione Civile perché si vuole esaminare con attenzione quale ruolo questi dipendenti avevano nelle vicenda degli esami e della concessione delle patenti. Addirittura si parla che molti soggetti incriminati pare che non avessero fatto l’esame della prova pratica della guida con la macchina, e non si riesce a capire perché questo sia successo, visto che la prova pratica è necessaria per concedere la patente. I quattro dipendenti saranno sentiti dal Sostituto procuratore Mauro Di Mauro, che sta coordinando le indagini della squadra Mobile, alla presenza del loro difensore di fiducia per conoscere quale ruolo questi dipendenti hanno recitato. La Mobile ha anche indagato sui certificati medici falsi, con bollo e firma di due medici siracusani, i quali interpellati non sapevano niente. I timbri erano falsi, così come i certificati ed anche i moduli di richiesta del certificato medico, per cui sono stati esclusi dalla vicenda, ma bisognerà accertare chi ha prodotti questi timbri, quale tipografia ha stampato i fogli dei certificati medici e il modulo di richiesta. Nell’operazione delle patenti c’era una procedura, che i titolari e gli esaminandi effettuavano. Tra quelli che hanno conseguito la patente c’era anche un pregiudicato di Torino, il quale, il giorno in cui ha preso la patente, è stato accertato ufficialmente che lo stesso si trovava a Torino. Una volta sostituita la foto nel documento di identità e coperta dalla plastica, c’era poi da correggere la foto, che era quella dell’esperto che si era presentato agli esami. Allora tutti quelli che avevano conseguito la patente, dopo circa quindici giorni, facevano la denunzia di avere perduto la patente e quindi si presentavano alla Motorizzazione Civile con la foto giusta del soggetto per riavere poi la nuova patente con la foto “aggiornata”. L’esame dei 40 fascicoli potrebbe portare alla luce nuovi elementi in questa operazione che ha scoperto ancora una volta come ad Enna, e lo sanno in tutta Italia, si può avere la patente, anche non essendoci di presenza. Il vice questore Giovanni Cuciti ha dichiarato che “tutta la vicenda è partita da una segnalazione acquisita dai colleghi dell’ufficio di prevenzione generale. Durante una seduta d’esame abbiamo notato un ragazzo che si allontanava velocemente, abbiamo preso il fascicolo e verificato che la foto applicata sul fascicolo d’esame risultava diversa da quella depositata al Comune. Alcuni hanno ammesso di aver pagato per prendere la patente senza fare l’esame. Abbiamo poi verificato che almeno una decina, in occasione degli esami alla Motorizzazione di Enna, non erano presenti: i telefoni si agganciavano presso altre località”.


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