Calascibetta. In fiamme gli scooter di un poliziotto e del figlio, atto intimidatorio?

Calascibetta. Una bravata portata a compimento da qualche balordo, oppure un vero atto intimidatorio? Presto per poterlo dire. Una cosa però è certa: le fiamme che hanno distrutto un motociclo Yamaha 250 e un ciclomotore MBK 50, entrambi parcheggiati in piazza Soccorso, luogo panoramico di Calascibetta, sono di origine dolosa. Ne sono convinti anche i Carabinieri della locale stazione intervenuti sul posto nella notte di venerdì.
A supporto della tesi ci sarebbe un’indiscrezione molto attendibile. I due scooter, uno dei quali di proprietà di un agente di polizia, l’altro del figlio, inizialmente parcheggiati a breve distanza l’uno dall’altro, è stato costatato che, nonostante avessero il bloccasterzo inserito, sarebbero stati prima accostati tra di loro e poi dati alle fiamme. Un’azione dunque mirata e programmata.
Il maresciallo Gaetano Silvano intanto tiene a precisare: «Escludo che il gesto possa essere collegato sia al fattore politico (a Calascibetta oggi e domani si vota per le amministrative) sia a quello relativo al lavoro che svolge il proprietario del motociclo Yamaha». Forse allora qualche affermazione sconsiderata pronunciata in ambienti diversi da quelli citati dal maresciallo? Qualunque possa essere stata la causa è un’azione che va certamente condannata. Senza se e senza ma.
Intanto le indagini – fanno sapere i carabinieri – si svolgono a 360 gradi. I segni dell’accaduto si possono scorgere anche dalla piazza Umberto I, “cuore” del paese. Sono le tracce lasciate dalle fiamme che hanno danneggiato sia una parte del prospetto dell’abitazione del proprietario del motociclo sia un angolo dell’edificio vicino. L’ultima volta che a Calascibetta si verificò un gesto simile fu nell’ottobre del 2012. Allora in piazza San Pietro venne data alle fiamme una Mercedes. Un incendio di natura dolosa che investì anche una seconda vettura. E dopo nove mesi, nel comune xibetano, si ritorna purtroppo a parlare di microcriminalità.
Francesco Librizzi