Piazza Armerina. ‘Nicchie di potere e di privilegi’

Piazza Armerina. Stiamo seguendo con un certo interesse ma anche con una certa sfiducia il contenzioso, promosso dalla CISL ed in atto pendente presso il Giudice del Lavoro di Enna, relativo all’istituzione di due nuove posizioni organizzative presso il Comune di Piazza Armerina.
Nel corpo di quel ricorso, da quanto ci è dato sapere, la CISL lamenta il fatto che due nuove posizioni organizzative del Comune – e precisamente quelle del servizio di Gestione Risorse Umane e del servizio di Protezione civile – sarebbero state istituite senza concertazione con le parti sindacali.
Non avendo doti divinatorie, non possiamo prevedere l’esito di questa vicenda, anche se riteniamo che, sia pure con modalità molto “sui generis”, una forma di concertazione preventiva sulle posizioni organizzative era stata già avviata con l’approvazione della delibera di G. M. 110/05 e con gli atti susseguenti.
Pur tuttavia questa fattispecie assume dei contorni singolari, non tanto per questioni attinenti al metodo delle scelte compiute (ossia il fatto che ci sia stata o meno la preventiva concertazione sulla istituzione della posizione organizzativa), quanto per ragioni di merito.
Per rendere più comprensibile il senso delle nostre riflessioni, non costituisce operazione ridondante, a nostro avviso, quella di ricordare il concetto e la funzione stessa dell’istituto della posizione organizzativa.
La P. O. (come d’ora in poi la chiameremo) è un istituto giuridico che trova il suo fondamento nella necessità di retribuire i dipendenti che svolgono la funzione di direzione di un servizio, in ragione della complessità del ruolo assunto e delle responsabilità che ne conseguono.
Nella pratica, il dipendente attributario della P. O., oltre a ricevere il normale stipendio, percepisce una indennità aggiuntiva il cui importo – per le posizioni pagate lo scorso anno – per i meccanismi contrattuali, determina un costo per l’ente che può superare i 20.000 euro.
Ed è proprio su questo aspetto che riteniamo opportuno attirare l’attenzione di chi legge.
Una retribuzione congegnata in tal guisa, a nostro avviso, è del tutto naturale per quei dipendenti che sono apicali, ossia per coloro i quali occupano il vertice dell’Amministrazione, ed in quanto tali titolari delle responsabilità ex artt. 107 e ss. del D. Lgs. 267/2000.
Nel caso del Comune di Piazza Armerina, pertanto, tale riconoscimento diventa cioè doveroso in capo a quei dipendenti che sono titolari del c. d. “D3 giuridico”.
Un po’ meno logica, pur se non illecita, diventa l’attribuzione di tale indennità in favore di dipendenti aventi un ruolo giuridico inferiore e non apicali, anche se di fascia D (cioè il D1 giuridico).
Il fatto che tali scelte siano state compiute dimostra, a parere dello scrivente, due ordini di considerazioni:
1) che il processo di feroce verticalizzazione compiuto questa estate, con la creazione di numerose figure inquadrate in D3 giuridico e un Comandante nominato a scavalco, si è complessivamente rivelato fallimentare, se ancora oggi vi sono figure non apicali che stanno al vertice di alcuni essenziali servizi;
2) quale corollario di quanto affermato nel precedente capoverso, che esistono all’interno della laboriosa categoria dei dipendenti comunali delle componenti il cui ruolo non è quello di attuazione amministrativa delle scelte compiute dalle figure elettive, ma anzi di completamento, di integrazione e forse persino di sostituzione rispetto alla sfera di azione di pertinenza degli organi politici. Insomma, esistono ancora oggi dentro il Comune nicchie di potere e di privilegi!
Una simile realtà, a nostro avviso, è lesiva di quei principi di efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione che dovrebbero sovrintendere tutta l’attività amministrativa.
Per questa ragione, vorremmo sollecitare il Sindaco Nigrelli ad intervenire per responsabilizzare le figure apicali, al fine di evitare di porre al vertice di servizi figure che non lo sono. Secondo noi, in altri termini, è giusto che chi ha voluto fortemente la bicicletta inizi davvero a pedalare.
In altre realtà amministrative (e di questo abbiamo diretta constatazione) si sta cercando di limitare il ricorso ad indennità non dovute, non spettanti ovvero comunque rese superflue da un assetto organizzativo più snello e più efficiente.
In tempi non lontani, ad esempio, il Comune di Gela, che esprime una realtà organizzativa assai più complessa di quella nostra, ha ritenuto opportuno accorpare il Settore Affari Generali e il Settore di Gestione delle risorse umane.
Bisognerà pur farsi dei modelli, diceva Woody Allen.
Non ci facciamo molte illusioni sul fatto che Nigrelli possa operare in tal guisa.
Crediamo ciecamente che nei meandri più nascosti della sua coscienza egli è davvero convinto che le prefate considerazioni (e tante altre nostre proposte che ha sicuramente letto) siano condivisibili. Ma sappiamo anche che esiste nella sua amministrazione, e forse anche nella sua stessa persona, una debolezza costitutiva, strutturale e ideologica che gli impedisce di riaffermare il primato della politica in tutti i processi decisionali.
Non so perché non riesco a chiudere queste riflessioni se non con un epilogo di manzoniana memoria: il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare………….

Filippo Andrea Di Giorgio
Associazione “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo”