Antonino Castagnetta filosofo rosminiano, cresciuto nell’A.C.

Per molti di noi, che l’hanno conosciuto negli anni quaranta, subito dopo la guerra, Antonino Castagnetta (Toni), più che un filosofo era un giovane educatore, un pedagogo in erba, un organizzatore dell’Azione Cattolica, tra i più impegnati, che proveniva dal gruppo di Gino La Barbera, cui era succeduto a dirigere la GIAC Mario Fasino, mentre Pietro Mazzamuto si occupava della Gioventù Studentesca.

Il cardinale Ruffini aveva voluto a Palermo Don Giuseppe Carcione, proveniente dalla diocesi di Monreale e gli aveva affidato la guida spirituale della Gioventù d’Azione Cattolica e dei servizi, allora in fase di sperimentazione, proposti da Luigi Gedda e Carlo Carretto.

Abbiamo incontrato così Toni Castagnetta, appena universitario, al Centro diocesano dell’A.C.tra i dirigenti della Giac. (9).
Nato a Palermo il 5 giugno 1930, era vissuto da ragazzo nella Parrocchia dello Spirito Santo, di Via Juvara, e, giovanissimo era stato nominato presidente della Gioventù cattolica. Il cardinale aveva offerto alle Opere cattoliche il suo Palazzo Arcivescovile di Corso Vittorio Emanuele 463, riservandosi poche stanze in Via Matteo Bonello.

La GIAC aveva organizzato, con Mons.Carcione, Cannella, Enzo Milia, Madonia, Pippo Nasta, Di Cara, Fasino, Gravano, Equizzi, una massiccia presenza dei Baschi Verdi all’appuntamento di Piazza san Pietro con Pio XII, la più grande adunata di giovani cattolici del primo dopoguerra.

Castagnetta, per la sua generosità, era al centro della vita organizzativa della Giac, serio, puntuale, inappuntabile,tesoriere e segretario,di tutta l’associazione giovanile, Condivideva con monsignor Carcione uno dei tavoli più frequentati nel vasto salone del Palazzo di Corso V.Emanuele, ove Milia, Nasta, Fasino, Esposito, Gueli, Lorello, Russo, approntavano i primi tornei sportivi con alte finalità educative,i campi- scuola per gli aspiranti ed i giovani,le “Tre Giorni“ di formazione.

Castagnetta, da segretario e da studente di filosofia, accompagnava l’iter dei programmi educativi posti in atto da Beppe Pipitone, da Madonia, da Cannella e poi da Nando Di Falco e Rosario Equizzi, Lillo Buttigè, per la formazione e la ricreazione dei ragazzi delle parrocchie di Palermo.

Anche allora si viveva la grand’emergenza educativa del dopo-guerra e le Parrocchie furono pronte, con l’Azione Cattolica, ad accogliere la sfida del momento e formarono generazioni di autentici cristiani.

Attorno a Castagnetta c’era sempre un gruppo di volontari da Mimmo Esposito, a Peppino Mirabella, da Nino Picciurro, a A. Manzo, a Barbarino, a Mannino, a Mario La Rocca del Circolo Pio XII, assistito da mons.Mirabella.

Accanto al salone della GIAC si costituivano i centri dei servizi, il CSI, la CTG, la FARI. Aprivano i battenti le nuove associazioni: la FUCI, i Laureati Cattolici, i Maestri, gli Uomini d’A.C. ed, i movimenti femminili, guidati da Maria Pecoraro, Giovanna Mangano, Maria Nuara, Marialena Messina.

Castagnetta era già studioso di storia, di teologia e di filosofia, e,nei ritagli di tempo dalle sue funzioni organizzative, faceva capolino nelle stanze della vicina FUCI, la federazione degli universitari Cattolici, per ascoltare le animate lezioni di Mons.Panzeca e di Mons.Arena e partecipare ai dibattiti teologici, confuso tra E.Brighina, G.Micela, Crimi, Mignosi, Di Salvo, Rubino, Perollo, Sunseri, Marino, Fusco, Tarantello, Di Rosa, Pitrolo.

E, con i fucini, Castagnetta e Mons.Giuseppe Carcione erano gli ultimi a lasciare, a sera inoltrata, il Palazzo delle Opere Cattoliche.

Poi, negli anni della grand’emigrazione, il professor Toni Castagnetta, costretto a lasciare Palermo, ove collaborava con il prof Caramella, prese la via del Nord, come tanti altri giovani dell’Azione Cattolica, Barbarino, Fusco, Di Salvo, Rossi, Siviglia, Piraino, Marino, come prima Vittorini, Consolo, Cuccia, come i giovani operai, che svuotavano i paesi del Sud, come i tanti cervelli che impoverivano le comunità meridionali, nell’attesa di un felice ritorno.

Fu accolto benevolmente da Venezia, da vice-rettore dei Convitti Nazionali, e “poi dall’Università di Genova e di Padova con l’incarico di Filosofia Medievale.

E Padova divenne la sua città adottiva, il luogo dei suoi studi su Rosmini, ove frequentava il Centro interdipartimentale per ricerche di filosofia medievale, fondato da Carlo Giacon.

Negli annali dei convitti nazionali e delle università di Genova e Padova trovano le sue lezioni e le sue conferenze.

Scrisse, in quegli anni, “Premesse rosminiane per una scienza del diritto” in “I Fondamenti del Diritto”, a cura del Centro di Studi Filosofici di Gallarate (1).

Le sue lezioni e i suoi scritti, sono transitati nelle biblioteche del Nord ove opportunamente altri andranno a cercarli, noi speriamo trovarli nella biblioteca personale, che la sorella, Cav.Rosa Castagnetta, vorrà donare alla Facoltà Teologica S.Giovanni della Sicilia.

Il ritorno all’Università di Palermo negli anni novanta fu salutato con entusiasmo da parte di quanti, nel mondo cattolico e universitario, l’avevano conosciuto e stimato: Bonafede, Gullotti, Urbani, Ardizzone, Sinagra, Averna, Donia, Minafra, Rizzo, Pintacuda, Barraco, e poi Viola, Bellingreri, Verde, Guccione, Liotta, Leo, Carrara, Crifò, Mazzamuto, Di Martino, Ingrassia, Greco, Di Marco, Corselli, Savagnone.

Ed a Palermo riprese il suo attivismo culturale, la sua partecipazione alle iniziative della Facoltà Teologica S.Giovanni della Sicilia, la sua attenzione alle riforme universitarie, il suo impegno alla vita dell’associazionismo cattolico nell’Università.

L’Arcivescovo Cataldo Naro, giàpreside della Facoltà Teologica, (2) lo volle relatore all’apertura dell’anno scolastico del seminario Arcivescovile per parlare delle grandi figure di storici e letterati dell’Archidiocesi Monrealese, da Ludovico II De Torres a Francesco Testa, a Vincenzo Miceli (6) (7) a Petralia, Romano, Bacile, Sgarlata, Guercio, Sparacio, Carpino. E nella città normanna Castagnetta partecipo’alla fondazione del Serra Club di Monreale, in continuità con il suo impegno giovanile nella Azione Cattolica. Il Serra è un club di servizio, fondato in America da Junipero Serra, per promuovere e sostenere le vocazioni religiose e quelle culturali e professionali. (3)
Castagnetta avvertiva e denunciava il mercantilismo invadente, che spegneva vocazioni e valori nella società contemporanea e con Jùrgen Habermans riconosceva preponderante il valore delle religioni, da non relegare solo nell’ambito privato.

A Palermo il Nostro aveva ritrovato ad accoglierlo, il rosminiano prof Giulio Bonafede, di cui, alla dipartita avrebbe tracciato un interessante profilo, consegnato alla comunità di Pollina, città natale di Bonafede e alla quale aveva donato la sua biblioteca. (5).

L’associazionismo universitario cattolico lo rivedeva in prima fila, costante e deciso, nei contatti con i presuli delle diocesi della Sicilia, con gli assistenti, con i colleghi docenti, con le residenze universitarie.

Per Castagnetta la macrouniversità del capoluogo dell’Isola rischiava un appiattimento della ricerca, una disaffezione nell’insegnamento di massa, una dispersione di valori spirituali ed umani, ai quali aveva dedicato le sue lezioni di filosofia medievale. Da qui la necessità di un recupero collettivo di una coscienza, atta a far nascere nuovi rapporti culturali ed umani nella comunità universitaria tra allievi e docenti.

E la scelta per una riflessione non poteva non ricadere sui Domenicani, nel cui oratorio di Palermo ha raccolto, in una delle sue ultime iniziative, docenti e studenti universitari per ricordare Rosmini.
Ma non fu l’ultimo filosofo rosminiano. Apprendemmo da Castagnetta, ancora giovanissimi, ad unire all’impegno negli studi, nell’insegnamento, nelle scuole, nelle università, nelle professioni, nella politica, una forte connotazione d’operosità verso il prossimo, per crescere assieme e formarci a responsabilità civili. La sua era la generazione di Corsaro, Sinagra, Mazzamuto, Crifò, Albanese, Petralia, Pavone, Cottone, Messina, Carcione,Tomasino, Manfredi, Averna, Micela.(9)
Ed a questa generazione in molti siamo grati.

Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1)A.Castagnetta,Premesse rosminiane per una scienza del diritto,in “I fondamenti del diritto”
a cura del Centro Studi filosofici di Gallarate, Gregoriana, Padova, 1968, pp.135-155.
2)A.Castagnetta, La problematica rosminiana del linguaggio, DES VI 329
3)F.Russo, Serra Club di Palermo, Crescono le attività in CNTN-Anno IV N.11
4)F.Russo,Aperto l’anno sociale del Serra Club e del Seminario di Monreale,in CNTN Anno-V N.12,28 novembre 2004
5)A.Castagnetta, Storia e pensiero di Giulio Bonafede, gloria di Pollina.
6)A.Castagnetta, Il pensiero di Lombardo Radice
7)A.V.Castagnetta Storia di un metafisico del settecento Vincenzo Miceli, Editrice Antenore, Padova MCMLXX
8)A.V.Castagnetta, La metafisica di Vincenzo Miceli: una proposta neoparmenidea.Editrice Antenore,Padova MCMLXXII
9)AA.VV, Cristiani laici a Palermo, Kefagrafica, 1991