Scala mobile Enna: Il voltafaccia
Enna-Cronaca - 25/09/2009
Clamoroso ad Enna!! L’ingegnere capo del Genio Civile, Vincenzo Di Rosa, con una lettera ordinaria, partita da Enna l’11 settembre ed arrivata al presidente della Provincia regionale, Giuseppe Monaco, il 24 settembre, “ha revocato in autotutela il parere favorevole che lo stesso aveva espresso il 12 agosto scorso sulla realizzazione della scala mobile, in quanto “non si ravvisano le condizioni per poter esprimere parere favorevole geomorfologico ai sensi della legge nazionale 64/74 art13 e pertanto il Genio Civile, in autotutela annulla il parere favorevole condizionato espresso con nota 7918 del 12 agosto scorso”. Un’autentica bomba a ciel sereno per la Provincia regionale, che proprio oggi avrebbe dovuto prendere in esame le proposte di partecipazione delle imprese che vogliono realizzare la “scala mobile” e sabato la speciale commissione avrebbe valutato i requisiti delle ditte, idonee a partecipare a questo appalto concorso, che aveva nel 15 novembre il termine ultimo per la presentazione della documentazione necessaria, tenuto conto che il finanziamento del Cipe di 30 milioni prevedeva la data del 31 dicembre per la consegna dei lavori. La lettera dell’ingegnere capo, Vincenzo Di Rosa, partita per “posta ordinaria” l’11 novembre ha impiegato 13 giorni per arrivare alla presidenza della Provincia, è stata inviata per conoscenza al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, agli assessori regionali al Territorio ed Ambiente, alla Presidenza e al bilancio, ai dirigenti generali dei dipartimenti all’Urbanistica,ai Lavori Pubblici, Trasporti e comunicazioni, al sindaco del capoluogo ennese. Un “voltafaccia” quello del Genio Civile, che qualcuno dichiara di essere proveniente dall’alto, ma che ha messo in fibrillazione il vertice della Provincia regionale, tanto è vero che il presidente Monaco ha subito organizzato una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il presidente del consiglio provinciale, Massimo Greco, l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Dario Cardaci, e comunale all’Urbanistica, Angelo Spampinato, il presidente del consiglio comunale, Paolo Gargaglione,i consiglieri provinciale, Michele Sutera, e comunale, Alessandro Gravina, l’ingegnere della Provincia regionale Enrico Cascio.
“Quello che sta succedendo sulla scala mobile è veramente scandaloso – dichiara il presidente della Provincia di Enna, Giuseppe Monaco – Per quasi due mesi l’ingegnere Vincenzo Di Rosa non si fa sentire, alla vigilia di un appuntamento importante come le “prequalifiche per le imprese”, arriva questa lettera per posta ordinaria che revoca il parere favorevole in autotutela. E’ chiaro che dietro tutto questo ci sia la volontà politica, a livello regionale, di non far realizzare la scala mobile, e magari dirottare i 30 milioni concessi dal Cipe ad altra provincia (Catania ?). A decidere sul futuro di una provincia vi sono delle persone che non hanno attaccamento al territorio. Si vuole affossare una provincia, visto che sono “saltati” anche i 97 milioni di euro che erano stati assegnati per il Parco Tematico di Regalbuto”.
“Ho il dovere di difendere la mia provincia – prosegue Pippo Monaco – Cercherò con ogni mezzo di far andare avanti questo progetto della scala mobile, e se necessario riunirò la deputazione nazionale e provinciale, il consiglio provinciale, i sindaci per iniziare una battaglia a tutto campo per difendere i diritti di questo territorio ed evitare che a vincere siano le sopraffazioni continue di carattere politico che arrivano da ogni dove“. “E’ tutta una farsa – dichiara l’assessore Spampinato – A questo punto devo pensare che ci sia imperizia da parte del genio Civile, che si vogliono porre volutamente degli ostacoli perché questa scala mobile non si realizzi ed ha questo punto mi sorgono dei dubbi sulle capacità professionali di chi si trova ad occupare posizioni di comando in enti che hanno grande rilevanza per la crescita del territorio. Non siamo disposti a cedere ed a perdere una grande risorsa come questa. Organizzeremo qualunque tipo di protesta per far sentire le nostre ragioni che sono quelle giuste, anche rivolgendoci alla Giustizia”.